Nell’ambito delle recenti esplorazioni dell’Oceano Antartico, un team internazionale composto da ricercatori della The Nippon Foundation‑Nekton Ocean Census e del Schmidt Ocean Institute ha confermato la scoperta di oltre trenta nuove specie marine abissali, fra cui spicca una straordinaria spugna carnivora soprannominata “palla della morte”.
La spugna carnivora e non solo: un ecosistema marino ancora tutto da scoprire
Questa spugna, appartenente al genere Chondrocladia sp. nov., è stata rinvenuta a circa 3.600 metri di profondità nella fossa Trench North, situata a est dell’isola di Montagu, nella regione australe. Contrariamente alla maggior parte delle spugne che si limitano a filtrare particelle di plancton, essa si caratterizza per la capacità di catturare attivamente prede, grazie a una struttura sferica ricoperta da piccoli uncini, che le permettono una predazione efficiente. L’immagine dell’organismo appare affascinante e al contempo inquietante: una “palla letale” che afferra organismi nel silenzio e nel buio degli abissi.
Parallelamente, gli studiosi hanno individuato anche i cosiddetti “vermi zombie” del genere Osedax sp., organismi privi di bocca e intestino che sopravvivono grazie a batteri simbionti in grado di degradare i lipidi contenuti nelle ossa di animali marini morti, evidenziando un sistema di vita unico e adattato alle condizioni estreme dell’Oceano Antartico.
Spedizioni e tecnologie all’avanguardia per svelare i misteri degli abissi
Le scoperte sono il frutto di due spedizioni condotte nel corso del 2025 a bordo della nave del Schmidt Ocean Institute, che ha impiegato il veicolo subacqueo remoto ROV SuBastian per mappare e analizzare le aree di interesse, tra cui la stessa Trench North e le isole South Sandwich. Durante le attività, è stato individuato un nuovo campo di vulcani sottomarini attivi a circa 700 metri di profondità, alimentati da sorgenti idrotermali, i cui ecosistemi si basano sulla chimiosintesi anziché sulla fotosintesi.
La responsabile scientifica dell’Ocean Census, dottoressa Michelle Taylor, ha sottolineato l’importanza di queste ricerche, affermando che “nonostante meno del 30% dei campioni raccolti sia stato analizzato, sono già state confermate trenta specie mai descritte prima”, segno che il lavoro di esplorazione è solo all’inizio.
Implicazioni scientifiche e ambientali delle nuove scoperte
La scoperta della spugna carnivora “palla della morte” rappresenta un tassello fondamentale per approfondire la conoscenza della biodiversità marina, l’evoluzione degli organismi e le complesse reti ecologiche che regolano gli oceani polari. Questi ambienti estremi, caratterizzati da temperature prossime allo zero e da una pressione elevatissima, custodiscono ancora molte forme di vita sconosciute, la cui documentazione è imprescindibile per sviluppare strategie di tutela ambientale soprattutto in regioni vulnerabili come quelle antartiche.
Le nuove specie ritrovate includono anche vermi a scaglie, stelle marine e molluschi adattati a condizioni di vita estreme, come quelle influenzate dalle attività vulcaniche sottomarine o dalle sorgenti idrotermali. Grazie all’uso combinato di imaging ad alta definizione, mappatura del fondale e analisi genetiche, i tempi per identificare e catalogare nuove specie si sono drasticamente ridotti, aprendo prospettive innovative per la biologia marina e la conservazione globale.
L’Oceano Antartico, con la sua corrente circumpolare che trasporta enormi volumi d’acqua e un ecosistema unico, continua a rivelarsi una delle ultime grandi frontiere scientifiche del pianeta, dove misteri e scoperte si intrecciano in un affascinante viaggio verso la comprensione più profonda del nostro ambiente marino e, in definitiva, della Terra stessa.






