Prima dell’Impero, prima di Romolo e Remo, la campagna romana era già viva. A Casal Lumbroso, nella periferia ovest della capitale, il terreno custodisce tracce di una storia lunga oltre 400.000 anni. Qui, nel cuore di una delle aree più antiche del Lazio, scavi e studi continuano a rivelare i segreti delle prime popolazioni umane che abitarono il bacino del Tevere. Un luogo che oggi torna protagonista grazie a nuovi progetti di ricerca e valorizzazione, trasformandosi in una finestra sul passato preistorico di Roma.
Gli elefanti del Lazio antico
Tra i ritrovamenti più spettacolari emergono i resti del Palaeoloxodon antiquus, l’elefante antico che popolava le pianure del Centro Italia durante le ere glaciali. Accanto alle imponenti ossa, gli archeologi hanno rinvenuto utensili in pietra scheggiata: lame, raschiatoi e strumenti di taglio che raccontano la vita dei primi abitanti del territorio.
Le analisi condotte sul materiale fossile mostrano segni di macellazione, prova diretta di una presenza umana evoluta, capace di cacciare e utilizzare le carcasse per nutrirsi, difendersi e costruire utensili. Queste scoperte rivelano un mondo di sopravvivenza, ingegno e adattamento in un ambiente ostile ma ricco di risorse.

Un archivio della preistoria
Casal Lumbroso è oggi considerato un archivio geologico e antropologico a cielo aperto. Le stratificazioni del terreno raccontano l’evoluzione del clima e dell’ambiente del bacino romano, tra antichi fiumi, foreste e savane popolate da bisonti, cervi e predatori.
Per i ricercatori, questo sito rappresenta una chiave preziosa per comprendere come l’uomo preistorico abbia colonizzato il Centro Italia, adattandosi alle variazioni climatiche e trasformando gradualmente il paesaggio. Ogni livello di terreno è un frammento del tempo, un capitolo del libro geologico di Roma che si apre sotto i nostri piedi.
Un patrimonio che parla al presente
Negli ultimi anni, l’Università di Roma La Sapienza e la Sovrintendenza Capitolina hanno rilanciato l’interesse per Casal Lumbroso, promuovendo iniziative per tutelare e rendere visitabile il sito. L’obiettivo è doppio: proteggere un patrimonio scientifico unico e trasformarlo in un luogo di divulgazione e conoscenza.
Il progetto prevede percorsi educativi, laboratori e collaborazioni con le scuole, per portare le nuove generazioni alla scoperta di una Roma “altra”, nascosta sotto la città moderna. Casal Lumbroso diventa così un ponte tra scienza, cultura e memoria collettiva.
L’archeologia nell’era digitale
In un’epoca dominata dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, il fascino della ricerca sul campo resiste. Scoperte come quella di Casal Lumbroso ricordano che la conoscenza del passato è una bussola per il futuro. Ogni frammento di osso, ogni pietra lavorata racconta chi siamo stati e quanto lunga sia la strada che ci ha portato fin qui.
Roma, eterna anche nel sottosuolo, continua a sorprenderci: non solo città di imperatori e templi, ma terra di elefanti, cacciatori e pionieri del mondo antico. Un racconto che comincia ben prima della Storia — e che oggi, grazie alla scienza, torna finalmente a parlare.
Fonte: Università di Roma “La Sapienza” – “Un racconto di 400.000 anni fa: quando a Roma vivevano gli elefanti”






