Roma, 7 agosto 2025 – Salgono a 173 i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) in Italia dall’inizio dell’anno, con un aumento significativo rispetto ai 89 casi riportati nel precedente bollettino del 31 luglio. È quanto emerge dal quarto report pubblicato oggi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che monitora costantemente la diffusione del virus. Ad oggi, sono stati notificati 11 decessi collegati all’infezione, mentre si attende la conferma riguardo ad altri casi.
Diffusione e manifestazioni cliniche del West Nile Virus
Tra i 173 casi di West Nile confermati, 72 hanno sviluppato la forma neuro-invasiva della malattia, con la maggior parte dei casi registrati nel Lazio (37) e in Campania (21). Le altre regioni colpite includono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Basilicata e Sardegna. Oltre alle forme neuro-invasive, sono stati identificati 14 casi asintomatici in donatori di sangue, 85 casi di febbre e altri casi sia asintomatici che sintomatici.
La letalità calcolata sulle forme neuro-invasive si attesta al 15%, un dato in lieve aumento rispetto al 14% registrato nella scorsa stagione ma inferiore al 20% del 2018.
Sorveglianza e misure di prevenzione
Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di malattie infettive dell’ISS, ha sottolineato come “la situazione è monitorata con attenzione da tutte le istituzioni competenti, sia a livello centrale che territoriale” e ha evidenziato che al momento non emergono particolari segnali di allarme. Ha inoltre ribadito l’importanza di adottare le misure di prevenzione, che includono il controllo della proliferazione delle zanzare – principali vettori del virus, soprattutto del genere Culex – e la protezione individuale dalle punture, usando repellenti e indossando abiti adeguati nelle ore di maggiore attività degli insetti.
Il virus West Nile, appartenente alla famiglia Flaviviridae, è un arbovirus diffuso a livello globale che colpisce sia gli animali – in particolare i cavalli – sia l’uomo. In Italia, dove il virus è ormai endemico dal 2008, è attivo un piano straordinario di sorveglianza che coinvolge medici veterinari e operatori sanitari per monitorare l’espansione della malattia.
L’ISS invita soprattutto soggetti fragili e anziani a rivolgersi tempestivamente al medico in caso di febbre persistente, per una diagnosi e un eventuale trattamento appropriato. Al momento non esistono terapie specifiche o vaccini approvati per la febbre West Nile, pertanto la prevenzione resta l’arma più efficace contro la diffusione del virus.
Per approfondire: West Nile, la mappa dei contagi nelle regioni italiane






