Bologna, 26 luglio 2025 – Nel territorio bolognese è stato individuato il caso zero di infezione da virus Chikungunya, a seguito delle indagini avviate dal Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bentivoglio. Il caso confermato di Chikungunya nel comune di Bentivoglio ha fatto scattare il Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi, prevedendo interventi mirati per contenere la diffusione del virus.
Caso zero e interventi di controllo a Bologna
Le indagini epidemiologiche hanno permesso di identificare la prima persona colpita dall’infezione, definita caso indice o caso zero: una persona di ritorno da un viaggio in una zona a rischio, classificata quindi come caso importato. Questo ritrovamento aiuta a circoscrivere meglio l’evento e conferma l’efficacia delle attività di monitoraggio in corso, sottolinea la Azienda Usl. Nei prossimi giorni proseguiranno le misure di profilassi, compatibilmente con le condizioni meteorologiche, con disinfestazioni mirate nelle aree interessate. Le attività coinvolgono anche i medici della medicina territoriale per un’attenta sorveglianza.
La Chikungunya è una malattia virale tipica delle aree tropicali, trasmessa all’uomo attraverso la puntura delle zanzare del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus). Il virus non si trasmette da persona a persona, ma solo tramite vettori insetti.
Aggiornamento casi in Italia: Iss e diffusione delle arbovirosi
Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aggiornato al 22 luglio 2025, in Italia sono stati segnalati 30 casi confermati di Chikungunya dall’inizio dell’anno, di cui 29 associati a viaggi all’estero e 1 caso autoctono. La mediana d’età dei pazienti è di 46,5 anni, con una prevalenza del 57% di sesso maschile, senza decessi registrati.
Parallelamente, sono stati notificati 96 casi di febbre dengue, di cui 93 importati e 3 autoctoni, con età mediana di 41 anni e una leggera maggioranza di uomini (54%). Anche in questo caso non si segnalano decessi.
Questi dati indicano una presenza costante e monitorata di arbovirosi in Italia, soprattutto legate agli spostamenti internazionali e alla capacità delle zanzare tigre di trasmettere virus tropicali in aree temperate.
Caratteristiche cliniche e prevenzione della Chikungunya
Il virus della Chikungunya appartiene alla famiglia delle Togaviridae ed è classificato come alphavirus. Dopo un periodo di incubazione di 3-7 giorni, la malattia si manifesta con febbre alta e dolori articolari intensi, tanto da limitare fortemente i movimenti, da cui deriva il nome che in lingua swahili significa “ciò che contorce”. Altri sintomi includono cefalea, affaticamento e rash cutaneo. Sebbene la malattia sia generalmente autolimitante, i dolori articolari possono persistere per mesi.
Non esistono trattamenti antivirali specifici; la terapia si concentra sul controllo sintomatico dei dolori e della febbre. Attualmente in Europa non è disponibile un vaccino autorizzato, anche se nel giugno 2024 l’Unione Europea ha approvato il vaccino IXCHIQ per la prevenzione della Chikungunya.
La prevenzione si basa principalmente sulla lotta ai vettori: evitare la proliferazione di ristagni d’acqua dove le zanzare depongono le uova, utilizzare repellenti e indossare abiti protettivi, soprattutto nelle ore di massima attività delle zanzare, al mattino e al tardo pomeriggio.
Le autorità sanitarie raccomandano di mantenere alta l’attenzione e di continuare le campagne di disinfestazione per contenere la diffusione del virus, soprattutto in aree urbanizzate come quelle dell’Emilia-Romagna dove la zanzara tigre è presente da anni.






