Belgrado, 21 ottobre 2025 – La Serbia si conferma ancora una volta come crocevia geopolitico e sanitario tra Est e Ovest, questa volta ospitando la sperimentazione del nuovo vaccino russo contro il cancro Enteromix, sviluppato dal Centro di Ricerca medica e radiologica di Mosca. L’iniziativa, frutto di un’intesa diretta tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente serbo Aleksandar Vučić, si inserisce nel quadro della cosiddetta «diplomazia dei vaccini», che vede Mosca tentare di rafforzare la propria influenza in Europa attraverso la scienza medica, dopo il controverso lancio dello Sputnik durante la pandemia da Covid-19.
La sperimentazione del vaccino Enteromix in Serbia
Il ministro serbo per la Cooperazione economica, Nenad Popovic, ha annunciato che la Serbia sarà il primo Paese al mondo a condurre la sperimentazione clinica di questo trattamento innovativo, che utilizza l’intelligenza artificiale per combinare il materiale genetico del paziente con il tessuto tumorale. L’Enteromix si propone come una terapia personalizzata, in grado di intervenire efficacemente sulle metastasi di melanoma e cancro al colon, promettendo una distruzione del 60-80% della massa tumorale attraverso l’inoculazione di quattro virus innocui che rafforzano il sistema immunitario senza danneggiare gli organi e con effetti tossici contenuti.
Una delegazione russa ha recentemente visitato le strutture sanitarie serbe e un gruppo di lavoro misto è stato istituito per coordinare la ricerca. Entro fine anno, una missione di oncologi, microbiologi e infettivologi serbi si recherà a Mosca, presso gli istituti Gamaleja e Gertsen, per formazione e collaborazione scientifica. Le prime dosi del vaccino saranno prodotte all’ospedale Torlak di Belgrado e la Serbia conta di iniziare le somministrazioni già nel 2026, estendendo l’offerta anche a pazienti provenienti da altri Paesi europei.
Scetticismo scientifico e implicazioni geopolitiche
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche dei ricercatori russi, la comunità scientifica internazionale mantiene un atteggiamento prudente. L’Enteromix non è un vaccino preventivo ma un trattamento oncolitico ancora in fase iniziale di test clinici, con i primi studi su 48 volontari avviati solo a giugno 2025. I risultati significativi richiederanno anni e campioni molto più ampi per essere validati. Inoltre, la presentazione della ricerca al Forum economico di San Pietroburgo, un evento più politico che scientifico, ha suscitato critiche per la mancanza di trasparenza e confronto con la comunità oncologica globale, che da tempo investe in immunoterapie promettenti presso centri come Pfizer e BioNTech.
L’operazione vaccino rientra in una strategia più ampia di Mosca per mantenere un forte legame con la Serbia, unico Paese europeo a non aver mai aderito alle sanzioni contro la Russia. Il sostegno reciproco tra Putin e Vučić si inserisce in un contesto di tensioni politiche interne a Belgrado, dove le proteste contro la corruzione e le richieste di riforme democratiche si scontrano con un governo sempre più autoritario, mentre si consolidano anche i rapporti economici e militari con Mosca e Pechino.
L’attuale scenario energetico è un ulteriore elemento che lega la Serbia alla Russia, soprattutto dopo le sanzioni imposte alla compagnia petrolifera serba Nis, di proprietà russa, e la dipendenza totale di Belgrado dal gas moscovita, che transita attraverso il Balkan Stream.






