In Nuova Zelanda, un ragazzo di 13 anni è stato operato d’urgenza dopo aver ingerito fino a 100 piccoli magneti ad alta potenza, acquistati su Temu, una delle piattaforme di e-commerce più popolari al mondo.
I medici del Tauranga Hospital, che hanno descritto il caso nel New Zealand Medical Journal, hanno dovuto rimuovere parte dell’intestino del giovane per evitare complicazioni fatali.
“È un caso allarmante”, hanno dichiarato i chirurghi, sottolineando la difficoltà di far rispettare il divieto di vendita di questi magneti, proibiti in Nuova Zelanda dal 2014 per uso personale o domestico. Le leggi, infatti, non riescono a tenere il passo con gli acquisti online, dove i prodotti pericolosi sono facilmente accessibili — e spesso senza controlli sull’età dell’acquirente.
Cosa è successo al ragazzo
Il giovane è arrivato in ospedale dopo quattro giorni di dolori addominali diffusi. Durante le indagini, ha confessato di aver ingerito “circa 80-100 magneti al neodimio”, acquistati pochi giorni prima su Temu.
I magneti al neodimio, tra i più potenti in commercio, possono aderire tra loro attraverso le pareti intestinali, perforandole o creando fistole, ossia connessioni anomale tra organi interni.
Secondo la gastroenterologa pediatrica Sunpreet Kaur, questi oggetti “possono causare danni gravi, richiedere interventi chirurgici o addirittura portare alla morte se ingeriti”.
Dopo un’operazione complessa, i medici hanno estratto tra 80 e 100 magneti dall’addome del ragazzo, insieme a frammenti di tessuto intestinale danneggiato. Ora il giovane è fuori pericolo, ma dovrà affrontare una lunga fase di recupero.

Il nodo del commercio online
I ricercatori hanno definito l’episodio un campanello d’allarme per la sicurezza dei bambini sul web.
“Questo caso evidenzia i pericoli dei marketplace online per la popolazione pediatrica”, scrivono gli autori dello studio. Prodotti vietati o pericolosi, come questi magneti, continuano a essere venduti da rivenditori esteri su piattaforme globali.
Il professor Alex Sims, dell’Università di Auckland, ha ricordato che “questi magneti, spesso colorati e piccoli, vengono venduti come giocattoli o antistress, ma sono estremamente pericolosi”.
La legge neozelandese ne vieta la vendita per uso personale, consentendone l’impiego solo in contesti educativi o industriali. Tuttavia, come spiega Sims, “l’applicazione del divieto è difficile quando i prodotti vengono acquistati da siti stranieri a prezzi bassissimi e senza verifica dell’età”.
La replica di Temu
Dopo la diffusione del caso, Temu ha annunciato un’indagine interna per verificare le circostanze dell’acquisto.
“Siamo dispiaciuti per quanto accaduto e auguriamo al ragazzo una pronta guarigione. Monitoriamo costantemente la nostra piattaforma per assicurarci che i venditori rispettino le normative di sicurezza dei Paesi in cui operano”, ha dichiarato l’azienda a Radio New Zealand.
Un allarme per genitori e istituzioni
Gli esperti invitano i genitori a controllare le attività online dei figli e a non consentire acquisti non supervisionati.
“Gli adulti devono essere consapevoli che anche oggetti apparentemente innocui, se venduti come gadget o giochi, possono trasformarsi in trappole mortali”, ha avvertito il team medico.
Il caso di Tauranga diventa così un monito per governi e piattaforme: la tecnologia corre, ma le tutele restano indietro. E a pagarne il prezzo, ancora una volta, è un bambino.






