La Bluetongue (lingua blu), nota anche come febbre catarrale degli ovini, è una malattia virale infettiva ma non contagiosa che interessa i ruminanti domestici e selvatici. È causata da un virus appartenente al genere Orbivirus, di cui si conoscono attualmente 27 sierotipi, ovvero varianti che si differenziano tra loro per caratteristiche genetiche e virulenza. Il contagio non avviene direttamente tra animali ma attraverso la puntura di insetti vettori, principalmente piccoli moscerini del genere Culicoides.
Specie colpite e sintomatologia della lingua blu
Tutte le specie di ruminanti possono essere infettate, ma non tutte sviluppano la malattia in forma clinica. Le pecore sono gli animali più colpiti e mostrano i sintomi più gravi, con conseguente elevata mortalità, mentre nei bovini e nelle capre l’infezione decorre spesso in modo subclinico, cioè senza segni evidenti. Tra gli animali selvatici, casi clinici sono stati osservati in alcuni bovidi e cervidi nordamericani e asiatici, mentre in Europa la malattia si manifesta raramente, fatta eccezione per il muflone.
I sintomi classici negli ovini comprendono febbre alta, abbattimento, inappetenza, edema e arrossamento della bocca, degli occhi, delle mammelle e del cercine coronario, scolo nasale e orale, zoppia e lesioni agli zoccoli, dermatiti nelle zone esposte al sole e una possibile colorazione bluastra della lingua (da cui il nome della malattia). Nei casi più gravi si possono osservare ecchimosi, petecchie emorragiche e ingrossamento della lingua. In alcuni allevamenti, l’80% degli animali può ammalarsi, con gravi conseguenze sanitarie ed economiche.
Ricadute economiche e implicazioni sanitarie
La lingua blu ha un impatto significativo sul patrimonio zootecnico a causa della mortalità tra gli ovini e delle riduzioni di produzione nei bovini. Le ripercussioni economiche sono aggravate dalle restrizioni alla movimentazione degli animali che le autorità sanitarie sono costrette ad applicare per limitare la diffusione del virus. Tuttavia, è importante sottolineare che la malattia non è trasmissibile all’uomo e che i prodotti di origine animale – come latte, carne e formaggi – derivanti da animali infetti sono sicuri per il consumo umano.
Un’infezione stagionale e transfrontaliera
La diffusione della lingua blu segue un andamento stagionale, con picchi tra la fine dell’estate e l’autunno, periodo in cui i Culicoides sono più attivi. Questi insetti si riproducono in ambienti umidi e fangosi, depongono le uova in prossimità degli animali e si nutrono prevalentemente dal crepuscolo all’alba. La malattia è considerata transfrontaliera, il che significa che le misure adottate a livello nazionale non sono sufficienti a contenere il virus, che può propagarsi rapidamente anche oltre i confini regionali o nazionali.
Situazione attuale e sierotipi circolanti
In Italia, e in particolare in Lombardia, in passato sono stati rilevati i sierotipi 1 e 4 del virus. Attualmente è presente il sierotipo 8, caratterizzato da una maggiore diffusività. Non esiste al momento una cura specifica contro la lingua blu: gli sforzi si concentrano quindi sulla prevenzione, la sorveglianza e il contenimento del contagio attraverso il controllo dei vettori e la gestione accurata degli spostamenti degli animali.
Lingua blu, misure di prevenzione e gestione degli allevamenti
È fondamentale proteggere gli animali dalle punture degli insetti con l’utilizzo regolare di insettorepellenti, ricoverandoli in ambienti chiusi o protetti da zanzariere, specialmente durante le ore notturne. Gli allevatori sono invitati a bonificare le aree circostanti eliminando focolai larvali come pozzanghere, canali di scolo, letame accumulato e aree con acque stagnanti. La ventilazione nelle stalle può contribuire a rendere l’ambiente meno favorevole alla presenza dei Culicoides.
L’uso di insetticidi nei ricoveri e sui mezzi di trasporto è altrettanto importante, soprattutto nei casi in cui gli animali devono essere spostati da zone a rischio. La movimentazione degli animali sensibili deve sempre essere autorizzata dal Servizio Veterinario ufficiale e rispettare precisi protocolli, in particolare per quanto riguarda gli animali destinati alla macellazione o a nuovi allevamenti.
Indicazioni per le movimentazioni e obblighi di legge
Le movimentazioni da aree a circolazione virale attiva sono consentite solo in presenza di determinate condizioni: ad esempio, i capi destinati ad altri allevamenti devono essere trattati con insettorepellenti e sottoposti a test diagnostici (PCR) dopo almeno sette giorni. Per i capi da macello, è richiesto il trattamento del mezzo di trasporto con insetticida e l’autorizzazione preventiva da parte della struttura di destinazione.
In caso di greggi vaganti, fiere o mostre, sono previste ulteriori misure. È inoltre obbligatoria la segnalazione immediata al Servizio Veterinario di qualsiasi sospetto clinico o di mortalità anomala non attribuibile ad altre cause. Questo è un adempimento previsto dalla normativa vigente (Decreto Legislativo 136/2022) e serve a garantire interventi tempestivi in caso di emergenza sanitaria.
Lingua blu: una sfida per la zootecnia, ma nessun rischio per l’uomo
La lingua blu rappresenta una sfida rilevante per la salute animale e per l’economia agricola. La sua gestione richiede una stretta collaborazione tra allevatori, veterinari e autorità sanitarie. Tuttavia, è importante ribadire che non esiste alcun rischio per la salute umana: il virus non si trasmette all’uomo e i prodotti derivati da animali potenzialmente infetti non pongono alcun pericolo per i consumatori.
La sorveglianza continua, il rispetto delle norme e l’impiego sistematico delle misure preventive sono strumenti essenziali per contenere l’impatto della malattia e tutelare la salute del bestiame.






