ROMA, 20 MAGGIO – Oltre 50mila diagnosi mancate tra tumori e lesioni pre-cancerose a causa della bassa adesione agli screening oncologici. Solo 6,9 milioni di quasi 16 milioni di invitati hanno partecipato. Territoriali le disuguaglianze. Necessaria una maggiore prevenzione
Nel panorama della salute pubblica italiana, emerge un problema di grande rilevanza: la scarsa adesione agli screening oncologici gratuiti. Questa situazione ha conseguenze gravi per la diagnosi precoce di tumori e lesioni pre-cancerose. Secondo un recente report della Fondazione Gimbe, nel 2023 le mancate diagnosi sono state più di 50mila.
Dati allarmanti sulla partecipazione agli screening
Il report dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) rivela che solo una persona su due partecipa agli screening per il tumore della mammella e della cervice uterina. La situazione è ancora più critica per lo screening del colon-retto, con due persone su tre che non vi partecipano. Questi dati mettono in luce un grave deficit di adesione, esponendo i cittadini a un rischio maggiore di diagnosi tardiva e contribuendo a una crescente disuguaglianza nell’accesso alla salute, con differenze significative tra le diverse regioni italiane.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha sottolineato come la situazione attuale metta a rischio uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce dei tumori. Nel 2023, quasi 16 milioni di cittadini sono stati invitati a partecipare a un test di screening, ma solo 6,9 milioni hanno risposto positivamente. Questa marcata disparità di adesione non si limita ai diversi programmi di screening, ma si estende anche alle macro-aree del Paese, evidenziando la necessità di un approccio più uniforme e inclusivo.
L’importanza degli screening oncologici
Gli screening oncologici, che fanno parte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), comprendono la mammografia per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni, lo screening per il tumore della cervice uterina per le donne tra 25 e 64 anni e lo screening per il colon-retto per uomini e donne tra 50 e 69 anni. In alcune regioni, tali screening sono estesi anche a fasce d’età superiori, ma ciò non ha ancora portato a un aumento significativo delle adesioni.
Un aspetto preoccupante è che, sebbene i dati del 2023 mostrino una certa crescita sia nel numero di inviti che nella copertura della popolazione, l’Italia è ancora lontana dall’obiettivo fissato dal Consiglio Europeo nel 2022. L’obiettivo è garantire entro il 2025 una copertura degli screening oncologici di almeno il 90% della popolazione target. Attualmente, i dati indicano che non solo il raggiungimento di questo obiettivo è incerto, ma ci sono anche evidenti disparità regionali che richiederebbero un’azione tempestiva.
Conseguenze della scarsa partecipazione
Le conseguenze della scarsa partecipazione sono drammatiche. La mancata adesione ai programmi di screening ha comportato l’impossibilità di identificare circa 10.900 carcinomi della mammella, di cui quasi 2.400 invasivi di piccole dimensioni; quasi 10.300 lesioni pre-cancerose del collo dell’utero; e oltre 5.200 tumori del colon-retto, insieme a quasi 24.700 adenomi avanzati. La somma di queste stime porta a oltre 50.000 lesioni che, se diagnosticate in tempo, avrebbero potuto avviare percorsi terapeutici efficaci e salvavita.
Cartabellotta ha evidenziato che la prevenzione e la promozione della salute sono i pilastri fondamentali per ridurre l’incidenza delle malattie e contribuire alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, il paradosso attuale è evidente: da un lato, i cittadini si trovano in lista d’attesa per esami diagnostici non sempre appropriati, mentre dall’altro, milioni di persone non partecipano ai programmi di screening organizzati. Questo scenario richiede un cambiamento radicale nella comunicazione e nella sensibilizzazione, affinché tutti possano comprendere l’importanza cruciale degli screening per la propria salute e quella della comunità. La sfida è complessa, ma affrontarla è essenziale per garantire un futuro più sano per tutti gli italiani.