Udine, 1 settembre 2025 – Nel clima acceso delle polemiche legate al conflitto a Gaza, il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha espresso la sua posizione riguardo alla partita di calcio tra le nazionali di Italia e Israele, prevista per il 14 ottobre allo stadio Friuli. In un’intervista al Messaggero Veneto, De Toni ha definito inopportuno giocare ora, sollevando questioni di ordine pubblico e umanitarie.
Udine, parla il sindaco De Toni: “Inopportuno giocare ora”
Il sindaco De Toni ha ricordato come un anno fa il Comune di Udine avesse inizialmente rifiutato di concedere il patrocinio alla partita, poi accordato solo dopo settimane di trattative e con l’impegno a promuovere azioni umanitarie a favore di Gaza. Oggi, con il peggioramento della situazione nella Striscia e l’aumento delle vittime palestinesi, De Toni sottolinea che il momento non è adatto a ospitare l’incontro sportivo. “Non si tratta solo di sport”, ha detto, “di fronte a tanta sofferenza e a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant’anni, giocare sarebbe inopportuno”.
Il sindaco ha anche precisato che la gestione dello stadio è affidata all’Udinese, mentre la decisione di ospitare le partite della nazionale spetta alla FIGC e l’organizzazione è a cura dell’UEFA, con il Comune coinvolto soprattutto per le questioni di ordine pubblico coordinate dalla Prefettura.
La protesta e le tensioni in vista della partita Italia-Israele
A Udine, la proposta di rinvio della partita è supportata da una petizione online lanciata dal movimento Possibile, che ha raccolto oltre 20mila firme per chiedere lo stop all’incontro. La protesta si inserisce in un contesto di crescente solidarietà verso il popolo palestinese e di condanna delle azioni di Israele, soprattutto dopo l’uccisione di atleti palestinesi come il calciatore Suleiman Obeid, soprannominato “il Pelé della Palestina”.
Nonostante ciò, la vendita dei biglietti per la partita è già iniziata, con promozioni dedicate a famiglie, giovani e anziani, e prezzi che variano dai 5 ai 50 euro. La FIGC ha inoltre previsto misure per la sicurezza e l’accesso allo stadio, ribadendo la propria posizione in merito alle condizioni per il regolare svolgimento dell’evento.
Il dibattito resta aperto, con il Comune di Udine che sottolinea il proprio ruolo limitato nell’organizzazione, e con la società civile che continua a manifestare dissenso, anticipando possibili tensioni all’avvicinarsi della data del match.






