Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato questa mattina a Castel Gandolfo, dove si è recato a Villa Barberini, residenza pontificia, per un incontro riservato con Papa Leone XIV. Questo incontro, che segue quello del 9 luglio scorso nella stessa sede, si inserisce in un momento cruciale delle tensioni internazionali legate al conflitto in Ucraina.
Zelensky e il ruolo del Vaticano nel negoziato di pace
Già dopo la messa di insediamento di Papa Leone XIV, Zelensky aveva incontrato il Pontefice in un’udienza privata che ha confermato l’interesse della Santa Sede nel mediare la crisi ucraina. L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha sottolineato che “il Papa può avere un ruolo importante per la pace”, riconoscendo l’offerta del Vaticano come piattaforma per negoziati diretti tra Ucraina e Russia. Zelensky ha consegnato al Pontefice un’icona mariana, simbolo di speranza e sofferenza del popolo ucraino, realizzata su legno proveniente da un box recuperato a Izjum, città recentemente liberata dalle forze russe.
L’incontro di oggi si inserisce in una strategia diplomatica più ampia che vede il presidente ucraino impegnato in una serie di colloqui con i leader europei e statunitensi, tesi a mantenere saldo l’asse occidentale e a contrastare le pressioni per cedere territori, in particolare nel Donbass.
Il contesto delle relazioni internazionali e le pressioni statunitensi
Zelensky ha incontrato a Roma anche il vicepresidente americano JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio a Villa Taverna, dove si sono confrontati sull’obiettivo comune di porre fine alla carneficina in Ucraina e sui negoziati in corso per un cessate il fuoco. Nel loro incontro, si è discusso anche di nuove proposte di cooperazione che Zelensky ha inviato a Donald Trump, con particolare attenzione alla difesa, all’industria e al commercio bilaterale.
La tensione con l’amministrazione Trump resta palpabile: l’ex presidente ha definito “deludente” l’atteggiamento di Zelensky nei confronti del piano di pace americano, che implica la cessione del Donbass e restrizioni militari per Kiev. Tuttavia, i leader europei come Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Keir Starmer hanno espresso scetticismo verso queste proposte, sottolineando la necessità di garanzie di sicurezza solide e di una posizione unitaria tra alleati. Starmer ha evidenziato che le garanzie dovranno essere “acuminate”, mentre Macron ha ricordato che l’Ucraina continua a resistere e che le sanzioni stanno pesando sull’economia russa.
Il Giappone nega l’utilizzo degli asset russi congelati
In parallelo, sul fronte economico, arriva la notizia che il Giappone ha respinto la proposta dell’Unione Europea di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina. Durante una riunione virtuale dei ministri delle Finanze del G7, Tokyo ha espresso l’impossibilità di sfruttare i circa 30 miliardi di dollari di beni russi congelati nel suo territorio, a causa di vincoli legali segnalati dal ministro delle Finanze Satsuki Katayama. Questa posizione si distingue da quella degli altri membri del G7, che hanno manifestato la volontà di considerare la confisca di tutti i fondi russi congelati come strumento per raggiungere una pace giusta.
L’incontro trilaterale a Palazzo Chigi tra Zelensky, Meloni e von der Leyen
La giornata romana di Zelensky si è completata con un incontro trilaterale a Palazzo Chigi con la premier italiana Giorgia Meloni, il vicepresidente statunitense JD Vance e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Il dialogo si è concentrato sulle relazioni transatlantiche e sulla necessità di un coordinamento stretto per sostenere l’Ucraina, mentre si approfondivano i temi del commercio e delle sanzioni contro la Russia.
Meloni ha sottolineato il proprio orgoglio nell’ospitare questo momento di dialogo e ha auspicato che l’incontro sia “un primo passo e un nuovo inizio” per rafforzare la cooperazione tra Stati Uniti e Unione Europea. Von der Leyen ha anticipato che la prossima settimana sarà “cruciale” per far avanzare la trattativa di pace, evidenziando l’importanza di un accordo duraturo e vantaggioso per tutte le parti.
Aggiornamenti sul fronte militare e giudiziario
Sul terreno, il ministero della Difesa russo ha rivendicato il controllo di alcune località nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia, anche se tali avanzamenti non sono confermati dalle fonti ucraine. Parallelamente, la Procura Federale Russa ha formalizzato accuse di genocidio contro diversi esponenti politici e militari ucraini, escludendo però Zelensky, forse per non compromettere i canali di negoziato ancora aperti.
L’attenzione internazionale rimane alta mentre la telefonata tra Trump e Putin, prevista per domani, potrebbe influenzare gli sviluppi futuri del conflitto, con la comunità europea e l’Ucraina che cercano di mantenere saldo l’unità e la pressione su Mosca.






