Bologna, 18 novembre 2025 – Galeazzo Bignami è cresciuto e si è formato politicamente a destra in una città tradizionalmente orientata a sinistra. Questo dualismo ha segnato l’intero percorso dell’attuale capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, figura di punta del partito di Giorgia Meloni in Emilia-Romagna. Classe 1975, Bignami ha costruito la propria carriera su un solido consenso nel suo campo politico, accompagnato da contestazioni e mobilitazioni provenienti dall’area progressista.
Galeazzo Bignami, la famiglia e la carriera
L’impronta politica è familiare: il padre, Marcello Bignami, è stato un riferimento costante della destra istituzionale. Consigliere regionale per anni, membro della direzione nazionale del Movimento Sociale Italiano e poi di Alleanza Nazionale, ha ricoperto incarichi sia in Comune sia in Regione, diventando una presenza stabile nelle istituzioni locali. Galeazzo ne ha seguito le orme sin da giovanissimo, entrando nel Fronte della Gioventù e nel Fuan, il movimento universitario della destra. Il suo orientamento è sempre apparso chiaro, così come gli episodi controversi che hanno costellato il suo percorso: tra questi, la diffusione della nota fotografia in cui indossa una divisa nazista, scatto che lui stesso ha attribuito a una festa di addio al celibato nel 2005.
La carriera politica di Bignami prende avvio prestissimo: a 18 anni viene eletto consigliere del quartiere Saragozza e, da allora, non vive un solo mandato privo di incarichi. Negli anni in cui Bologna fu guidata dal sindaco Giorgio Guazzaloca, primo a non provenire dal centrosinistra, a Bignami vennero attribuiti i cori “Sei diventata nera, nera, nera” risuonati sulle scale di Palazzo d’Accursio, episodio simbolico delle tensioni di quel periodo.

La lista di proscrizione come Silla nella Roma repubblicana
Negli ultimi anni, un’altra polemica lo ha visto protagonista quando, da consigliere regionale, pubblicò sui social una sorta di “lista di proscrizione” degli inquilini delle case popolari con cognomi stranieri. Era il 2019, e l’iniziativa sollevò accuse di violazione della privacy e di esposizione indebita di cittadini a una gogna mediatica. La sua risposta fu netta: secondo Bignami, chi risiede in un alloggio popolare e ha il nome sul campanello deve mettere in conto che qualcuno possa verificarlo.
La comunicazione di Galeazzo Bignami è sempre stata diretta, spesso provocatoria, e caratterizzata da frequenti battute anticomuniste. Un tratto che lo accompagna in comizi e interventi pubblici, dove non manca quasi mai un riferimento ironico o pungente alla sinistra. Emblematico l’esempio da lui citato più volte: i comunisti sarebbero quelli pronti a promettere una Ferrari “se la avessero”, ma restii a prestare la bicicletta che possiedono davvero.
La parentesi in Forza Italia
Accanto al suo radicamento nella destra storica, Bignami ha attraversato anche una breve parentesi in Forza Italia, dove ricoprì il ruolo di commissario regionale. Neppure in quel periodo, però, abbandonò temi e posizioni identitarie: presentò infatti il libro “Compagno mitra”, un testo sulle “atrocità partigiane”, spesso al centro di contestazioni da parte dell’Anpi, che in più occasioni organizzò sit-in e proteste davanti alle sale dove veniva ospitata la presentazione. Bignami, di fronte alle critiche, ribadì che “i partigiani rossi hanno paura”.
Anche la sua partecipazione a eventi di area progressista è stata fonte di tensioni: un suo invito alla Festa dell’Unità di Bologna fu revocato dopo una sollevazione di iscritti, simpatizzanti e associazioni.
Oggi Bignami è una figura centrale in Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna: da lui dipendono le candidature del partito a livello locale e regionale, e attorno a lui si muove un gruppo ristretto di fedelissimi, un coordinamento che opera in modo quasi militare. Tra questi figurano il parlamentare Marco Lisei e l’europarlamentare Stefano Cavedagna, considerato uno dei possibili candidati sindaco di Bologna. Dopo l’incarico di sottosegretario e la nomina a capogruppo, la sua ascesa interna sembra proseguire, almeno fino alla prossima polemica destinata ad alimentare il dibattito intorno alla sua figura.






