Belem, 6 novembre 2025 – In un momento di particolare fermento diplomatico, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha delineato le priorità e gli impegni dell’Italia in relazione alla situazione nella Striscia di Gaza e al processo di pace in Medio Oriente. Nel giorno dell’incontro tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e il Papa a Roma, Tajani ha sottolineato la necessità di passare dalla fase di cessate il fuoco a un percorso concreto verso una pace duratura.
Tajani e la seconda fase del processo di pace a Gaza
Il ministro ha ribadito che l’obiettivo è consolidare la pace in Palestina, passando dalla prima alla seconda fase del processo. “Aspettiamo che Hamas restituisca in fretta tutti gli ostaggi, compresi quelli deceduti, e poi bisogna procedere con una situazione diversa che permetta di rafforzare l’attuale scenario”, ha affermato Tajani da Belem. Già in questi giorni una delegazione italiana, guidata dall’inviato speciale per Gaza Bruno Archi, ha visitato i territori di Palestina, Israele, Giordania ed Egitto per definire il ruolo che l’Italia potrà svolgere insieme agli altri Paesi.
L’Italia si è detta pronta a incrementare la propria presenza sul terreno anche attraverso l’impiego di carabinieri a Rafah e Gerico, con attività di formazione della polizia palestinese, eventualmente estendendo questa collaborazione anche a Giordania ed Egitto. “Siamo già in una fase concreta di dialogo”, ha aggiunto Tajani, sottolineando l’importanza di un coinvolgimento attivo e coordinato per garantire stabilità e sicurezza.

Lotta al cambiamento climatico
La lotta al cambiamento climatico “va fatta, ma nello stesso tempo bisogna condurla tenendo conto del problema sociale, cioè del lavoro dei cittadini“. Lo ha ribadito il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani da Belem dove nel pomeriggio, verso le 15 (le 19 in Italia) parlerà in rappresentanza dell’Italia al vertice sul clima in vista della Cop30. Il titolare della Farnesina ha ribadito l’impegno del governo “contro il cambiamento climatico, ma non si può affrontare questa lotta senza tener conto della questione sociale, quello è il problema. Perché se gli obiettivi sono irraggiungibili per le imprese, c’è il rischio di perdere decine di migliaia di posti di lavoro e noi non possiamo permetterci questo. E non sarebbe neanche giusto“.
“Il Green Deal deve essere un’opportunità, non un problema“, ha aggiunto Tajani, secondo cui esiste la necessità di “trovare degli obiettivi che garantiscano anche la tenuta dell’occupazione“. “Combinare le due cose è la giusta maniera di affrontare il tema del cambiamento climatico. E noi stiamo lavorando proprio per raggiungere questo obiettivo, quanto raggiunto a Bruxelles mi pare che sia un buon compromesso“






