Napoli, 16 ottobre 2025 – Il dibattito sulla possibile introduzione di una tassa sugli extraprofitti nel contesto della prossima manovra economica italiana si è chiuso con una netta smentita da parte del ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani. Nel corso dei Med Dialogues tenutisi a Napoli, Tajani ha definito il concetto di tassa sugli extraprofitti come un retaggio dell’Unione Sovietica, sottolineando che non ci sarà alcuna imposizione fiscale di questo tipo.
Nessuna tassa sugli extraprofitti: la posizione di Tajani
Il ministro ha spiegato che una tassa sugli extraprofitti potrebbe arrecare un danno significativo all’economia italiana. Ha ribadito l’intenzione del governo di concentrare la manovra su temi fondamentali come il rafforzamento della sanità pubblica, l’aumento delle assunzioni nel settore, il miglioramento dei salari degli italiani e la riduzione dell’Irpef dal 35% al 33%. Tajani ha inoltre indicato che, qualora non fosse possibile estendere la riduzione dell’imposta fino a 60.000 euro, si punterà a estenderla almeno fino a 50.000 euro già dal prossimo anno.
Nel contesto della manovra, il ministro ha anche evidenziato la necessità di un contributo da parte di banche e assicurazioni, ma ha precisato che tale contributo dovrà essere concordato e non imposto unilateralmente, per evitare di creare allarme nei mercati e tra gli investitori.
Scontro nella maggioranza sul contributo delle banche
La questione del ruolo delle banche nel finanziamento della manovra resta al centro delle tensioni nella maggioranza. La Lega, attraverso il suo gruppo economico, ha proposto un contributo di 5 miliardi di euro da parte delle grandi banche, basandosi sugli utili complessivi di circa 130 miliardi registrati negli ultimi tre anni e sulle politiche di taglio dei costi messe in atto dagli istituti. Questo apporto dovrebbe sostenere famiglie, artigiani, commercianti e imprese, ispirandosi a modelli già sperimentati in altri Paesi europei.
Tuttavia, Forza Italia, guidata dallo stesso Tajani, ha respinto fermamente questa proposta. Tajani ha ribadito che il concetto di extraprofitti è privo di fondamento giuridico e che il dialogo con il sistema bancario deve essere basato su scelte condivise e non su imposizioni. L’Associazione bancaria italiana (Abi) ha inoltre respinto l’idea di rendite di posizione per le banche, sottolineando che il settore ha già dato il proprio contributo in passato.
Le trattative con il mondo bancario sono in corso e si prevede che il contributo finale, che si vuole ottenere in vista della legge di bilancio, sarà compreso tra 2,5 e 3 miliardi di euro, con un approccio graduale e condiviso. Tajani ha concluso affermando che il dialogo è la strada per ottenere risultati concreti senza creare allarme nei mercati o tra gli investitori.
Per approfondire: Calderone: “Sostegno ai rinnovi contrattuali nella manovra, al lavoro su norme con il Mef”






