Palermo, 18 settembre 2025 – In un momento di grande tensione internazionale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato con fermezza l’adesione dell’Italia a una importante dichiarazione delle Nazioni Unite, prevista per il prossimo 22 settembre a New York, che mira alla costruzione di uno Stato palestinese e al cessate il fuoco nelle aree di conflitto. Nel suo discorso ha ribadito la volontà dell’Italia di valutare nuove misure restrittive, pur sottolineando la necessità di evitare ricadute negative sulla popolazione civile israeliana, che è caratterizzata da una composizione multietnica con importanti componenti arabe e druse.
Tajani sottolinea l’impegno italiano per la pace in Palestina
Nel corso di un’iniziativa tenutasi a Palermo, Tajani ha sottolineato l’importanza di un percorso diplomatico e politico condiviso: “Il 22 settembre a New York aderiremo con convinzione a una dichiarazione nell’ambito delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di costruire uno Stato palestinese e far cessare le ostilità“. Il vicepremier ha espresso profonda preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, definendola “una vera e propria carneficina” e ribadendo il rifiuto dell’Italia verso ogni escalation militare che aggraverebbe ulteriormente la crisi umanitaria già catastrofica.
Tajani ha inoltre evidenziato il ruolo attivo dell’Italia nel processo di pace, ricordando la partecipazione italiana alla conferenza di luglio a New York sulla soluzione a due Stati, dove il nostro Paese ha co-presieduto il gruppo di lavoro sulla sicurezza, uno dei più complessi e cruciali del negoziato.
Posizione italiana su Gaza e il Medio Oriente
Il ministro ha anche espresso netta contrarietà rispetto a qualsiasi ipotesi di trasferimento forzato di popolazione dalla Striscia di Gaza, così come alla recente espansione in Cisgiordania. “Siamo contrari all’offensiva e ad ogni ipotesi di trasferimento forzato delle persone dalla Striscia“, ha dichiarato Tajani, ricordando l’impegno italiano a favore del rilancio di un processo politico che possa garantire sicurezza e pace per entrambe le popolazioni.
Parallelamente, Tajani ha confermato l’impegno italiano su altri fronti regionali, come il sostegno al Libano tramite la missione Unifil e l’incoraggiamento a un processo di ricostruzione inclusivo in Siria, che tuteli i diritti di tutte le comunità, inclusi i cristiani.
Tajani: dialogo con i partner europei e sanzioni mirate
Il ministro ha chiarito che l’Italia lavora in stretto raccordo con i principali partner internazionali, in particolare con il governo tedesco, con cui si mantiene una forte sintonia. “Ho parlato anche poco fa con il ministro Wadephul“, ha aggiunto Tajani, confermando l’attenzione con cui si stanno esaminando le proposte di sanzioni provenienti dalla Commissione europea da sottoporre agli Stati membri in Consiglio.
Tajani si è dichiarato favorevole a nuove misure rivolte contro Hamas e contro i coloni violenti, oltre che contro quei ministri israeliani che hanno assunto posizioni ritenute inaccettabili sia sulla situazione di Gaza sia sulla Cisgiordania. “Le scelte del governo Netanyahu hanno da tempo oltrepassato il limite della reazione proporzionata, violando i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario“, ha sottolineato il ministro, evidenziando come queste tematiche siano state oggetto anche di confronto con la premier Giorgia Meloni.
Condanna delle dichiarazioni di Smotrich e posizione sull’occupazione
Il ministro ha inoltre condannato fermamente le dichiarazioni del ministro israeliano Bezalel Smotrich, che ha definito la Striscia di Gaza una “miniera d’oro immobiliare“. Tajani ha ribadito la netta contrarietà dell’Italia all’occupazione israeliana di Gaza e a ogni forma di trasferimento forzato dei palestinesi, così come alle ipotesi di annessione della Cisgiordania e all’espansione degli insediamenti, definendo la situazione a Gaza “una tragedia inaccettabile” e auspicando la fine immediata della carneficina in corso.
Sul fronte internazionale si registra anche il dibattito relativo al mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e di altri ministri. Tajani ha dichiarato che l’Italia sostiene la Corte ma valuterà attentamente i contenuti e le motivazioni della decisione, in coordinamento con gli alleati europei. La posizione italiana appare quindi interlocutoria, in attesa di un confronto più approfondito sui risvolti giuridici e politici della sentenza.
Il quadro delle relazioni internazionali si conferma quindi estremamente complesso, con l’Italia che si muove tra la necessità di ribadire il rispetto del diritto internazionale e l’impegno a evitare conseguenze che possano ricadere sulla popolazione civile, in un contesto di crescente tensione e violenza.






