Reggio Calabria, 29 novembre 2025 – Il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina torna al centro dell’attenzione politica e istituzionale dopo il pronunciamento della Corte dei Conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera Cipess che autorizzava l’avvio dei lavori. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha commentato la decisione sottolineando che l’opera “servirà a tutti” e che il governo intende proseguire il percorso di realizzazione nonostante le difficoltà burocratiche e giudiziarie.
Salvini: “Il ponte serve a tutti, non solo alla difesa”
Nel corso di un intervento in videocollegamento dal convegno “Connessioni Mediterranee” a Reggio Calabria, Salvini ha ribadito la strategicità del progetto: “Se oggi un treno merci impiega 180 minuti e con il ponte ne impiegherà 15, se invece di spendere 42 euro per un passaggio auto ne spenderà meno di 10, se si eviteranno attese di ore con i motori accesi e l’inquinamento, è chiaro che il ponte serve”. Il ministro ha inoltre evidenziato che l’opera genererà 120.000 posti di lavoro tra costruzione e gestione, un dato che definisce un “pugno in un occhio” per chi nega la sua utilità.

Salvini ha chiarito che il ponte non è un progetto di parte o personale: “Non è il ponte di Salvini, è un’opera riconosciuta da tutti come strategica, inserita nei corridoi europei fin dagli anni ‘80”. Ha precisato che la struttura non servirà solo a fini militari o di difesa, ma anche ai cittadini siciliani e calabresi, ai professionisti, studenti, agricoltori e turisti. Il ministro ha annunciato incontri con giuristi e docenti universitari per superare le obiezioni tecniche e giuridiche, e una prossima visita a Bruxelles per il Consiglio europeo dei trasporti, dove incontrerà il commissario Apostolos Tzitzikostas.
La bocciatura della Corte dei Conti: motivazioni e reazioni
Lo scorso 29 ottobre, la Sezione centrale di controllo della Corte dei Conti ha respinto la registrazione della delibera Cipess n. 41/2025, che dava il via libera al progetto definitivo e al piano economico-finanziario del ponte. Le motivazioni, che saranno pubblicate entro 30 giorni, si concentrano su alcune violazioni di normative europee, in particolare relative alla direttiva Habitat del 1992 e al codice degli appalti.
Secondo la Corte, il progetto non ha fornito adeguate motivazioni per derogare alla legge sull’habitat, necessaria per la tutela degli ambienti naturali e della biodiversità. È stata inoltre contestata la mancanza di soluzioni alternative valide al ponte a campata unica, definito “impercorribile” da alcuni magistrati contabili. La Corte ha rilevato anche un approccio approssimativo nelle stime del piano tariffario e nelle coperture economiche, mettendo in dubbio la sostenibilità gestionale dell’opera e sottolineando l’assenza di trasparenza e concorrenza nella procedura di aggiornamento dei costi.
La decisione ha scatenato un acceso confronto politico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito il verdetto della Corte un’“invasione della giurisdizione” sulle scelte del governo e ha annunciato che le riforme in discussione al Senato risponderanno a questa “intollerabile invadenza”. Salvini ha parlato di “grave danno per il Paese” e di una scelta “politica più che tecnica”, confermando la volontà di proseguire con il progetto anche di fronte a questa opposizione.
Dall’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein ha criticato duramente Meloni e Salvini, accusandoli di voler mettere la riforma della Corte dei Conti al servizio di un governo che vuole “essere al di sopra delle leggi e della Costituzione”. Il deputato M5S Agostino Santillo ha definito il “game over” la bocciatura della Corte, evidenziando “lacune economiche, procedurali e di rispetto delle norme Ue”. Anche il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha presentato un esposto contro il progetto, denunciandone la vetustà e l’inadeguatezza.




