Roma, 3 dicembre 2025 – Il tema del Ponte sullo Stretto di Messina è tornato protagonista nel dibattito politico nazionale durante il question time alla Camera dei Deputati, dove il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ribadito con fermezza che l’opera “si farà” e che rappresenta “una priorità dell’Unione Europea”. Il progetto, che da decenni alimenta controversie, è al centro dell’agenda del governo guidato da Giorgia Meloni, con l’esecutivo impegnato a superare le criticità evidenziate dalla Corte dei Conti.
Salvini: “Il Ponte sullo Stretto è una priorità europea e nazionale”
Durante l’intervento alla Camera, Matteo Salvini ha sottolineato che l’intero governo è mobilitato per portare a termine il progetto, considerato strategico per il collegamento tra Sicilia e Calabria. “Milioni di italiani lo vogliono, lo aspettano e lo meritano, non è un capriccio del ministro Salvini ma una priorità dell’Unione europea e io farò di tutto affinché l’Italia ce l’abbia”, ha dichiarato il ministro, evidenziando il sostegno europeo che, secondo lui, giustifica l’impegno del governo.

Salvini ha inoltre ricordato come il ponte sia stato indicato fin dal 1984 dall’allora Commissario europeo ai Trasporti come “uno degli anelli mancanti per aumentare i collegamenti tra i Paesi dell’Unione”, inclusa nel piano generale dei trasporti approvato dal Parlamento europeo nel 1986 e confermato nel 2002 nel piano delle reti di collegamenti TEN-T.
Sulla questione economica, il ministro ha difeso la decisione di evitare una nuova gara d’appalto per la realizzazione, definendola “una scelta di buon senso” e non di convenienza. La costruzione sarà affidata al consorzio Eurolink, guidato da Webuild, con penali rigorose in caso di ritardi o inadempienze: “la penale in caso di blocchi dei lavori sarebbe del 4% dei lavori non eseguiti, metà rispetto all’8% previsto dal codice degli appalti”, ha spiegato Salvini. Sono inoltre previste specifiche penali per tutelare l’interesse pubblico e i cittadini.
La risposta dell’opposizione e i rilievi di Bonelli
Dal fronte dell’opposizione, il leader di Europa Verde e deputato, Angelo Bonelli, ha contestato con decisione le affermazioni del ministro. Bonelli ha definito “non veritiera” la tesi secondo cui l’Unione Europea richiederebbe la realizzazione del ponte e ha messo in dubbio il consenso popolare sull’opera. “Non è vero che milioni di italiani siano d’accordo”, ha affermato, sottolineando le criticità giuridiche e finanziarie che, a suo avviso, rendono il progetto insostenibile.
Bonelli ha inoltre rimarcato come, a differenza delle precedenti proposte di Silvio Berlusconi, che prevedevano un finanziamento misto con prevalenza dei privati, la nuova impostazione preveda un costo interamente a carico dello Stato: “Lei ha previsto il 100% per lo Stato, tanto paga pantalone”, ha attaccato il deputato verde, evidenziando i rischi per la finanza pubblica.
Il dibattito in Aula conferma la forte contrapposizione sulle grandi opere pubbliche in Italia, con il Ponte sullo Stretto che continua a essere uno degli argomenti più divisivi tra maggioranza e opposizione. Intanto, il governo assicura di procedere con la massima attenzione ai rilievi della Corte dei Conti, mantenendo l’obiettivo di avviare la realizzazione dell’infrastruttura strategica.




