Firenze, 3 ottobre 2025 – Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è intervenuto con fermezza sul recente episodio accaduto a Reggio Emilia, dove alcuni partecipanti hanno fischiato coloro che chiedevano la liberazione degli ostaggi trattenuti da Hamas. L’appello di Renzi, pronunciato durante l’apertura della 13ª edizione della Leopolda a Firenze, ha sottolineato il valore della solidarietà in momenti così delicati.
Renzi condanna i fischi contro chi chiede la liberazione degli ostaggi
“È stato un brutto momento”, ha dichiarato Renzi riferendosi all’evento in teatro a Reggio Emilia, dove il sindaco Marco Massari, premiando la relatrice Francesca Albanese, è stato fischiato da parte del pubblico. Il senatore ha aggiunto: “Si può avere ogni opinione, ma fischiare chi chiede la liberazione degli ostaggi non è accettabile”. Il riferimento è ai circa 250 ostaggi presi da Hamas nel massiccio attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, che ha scatenato la guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Renzi ha inoltre ribadito l’impegno di Italia Viva a coinvolgere soprattutto i giovani nella politica, evidenziando l’aumento della partecipazione alla Leopolda 13, un evento che si presenta con numeri più alti rispetto agli anni precedenti grazie anche alla scuola di formazione politica collegata.
Un unico piano per fermare il massacro a Gaza
Intervenuto successivamente a Tagadà su La7, Renzi ha parlato del conflitto israelo-palestinese, affermando che “c’è un solo piano per fermare il massacro a Gaza, ed è il piano Blair“. Ha evidenziato come questo piano abbia il consenso della Lega araba e dei paesi del Golfo, ma sia osteggiato da Hamas e dall’estrema destra israeliana. Il leader di Italia Viva ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria, sottolineando: «Sto vedendo bambini che muoiono a Gaza».
La posizione di Renzi si inserisce in un contesto politico complesso, dove le tensioni in Medio Oriente si riflettono anche nel dibattito interno italiano, come dimostrato dall’episodio di Reggio Emilia. Il suo invito è a mantenere un atteggiamento di rispetto e attenzione verso chi chiede il rilascio degli ostaggi e una soluzione pacifica del conflitto.






