Roma, 1 ottobre 2025 – In una recente intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha espresso un giudizio positivo sull’iniziativa diplomatica di Tony Blair e Donald Trump riguardante la situazione nella Striscia di Gaza. Renzi ha sottolineato come il piano elaborato dall’ex premier britannico, poi ripreso dal presidente statunitense, rappresenti una concreta opportunità per una tregua e un percorso di pace nella regione.
Il ruolo di Tony Blair e Donald Trump nella diplomazia per Gaza
Secondo Renzi, Tony Blair ha “il grande merito di aver tracciato una strada nuova per Gaza, di aver offerto una prima grande occasione per una tregua”. La proposta, che prende forma nel piano presentato da Donald Trump, dimostra che “la politica e la diplomazia non si fanno in barca a vela”, evidenziando la necessità di pragmatismo e concretezza nelle trattative internazionali. Blair, ex primo ministro del Regno Unito e inviato speciale per il Medio Oriente del Quartetto, è attualmente impegnato attraverso la sua istituzione, il Tony Blair Institute for Global Change, nella consulenza a governi e organizzazioni, tra cui l’amministrazione Trump, su strategie di gestione e ricostruzione post-conflitto.

Renzi critica la Flotilla, invoca il piano Trump-Blair
Commentando l’iniziativa della Flotilla per Gaza, Renzi ha accolto con favore “un elemento di passione civile”, ma ha invitato a una maggiore concretezza: “Io sono un parlamentare, non un attivista di una Ong. Noi politici siamo pagati per trovare soluzioni, non per esprimere indignazione”. Per aiutare i bambini di Gaza, Renzi ha ribadito che “serve il piano Trump-Blair, non le regate”.
Renzi ha inoltre analizzato la posizione di Benjamin Netanyahu, osservando come il primo ministro israeliano tenti di rassicurare la destra estrema in Israele, ma ha sottolineato che se il piano dovesse essere accettato da Hamas, anche Israele sarebbe obbligato a rispettare gli accordi, che includono il riconoscimento della Palestina, lo stop alle colonie in Cisgiordania, la fine dell’occupazione di Gaza e la liberazione degli ostaggi.
Sul punto della mancata accettazione formale da parte di Hamas, Renzi ha spiegato che “stiamo sottovalutando un aspetto logistico”: i rappresentanti di Hamas sono nascosti per evitare rappresaglie israeliane, rendendo difficile anche per mediatori turchi e qatarini ottenere risposte rapide, ma “una risposta arriverà”.
La posizione di Renzi si inserisce in un contesto internazionale in cui l’ex premier Tony Blair continua a giocare un ruolo attivo nel cercare soluzioni per la pace in Medio Oriente, nonostante le controversie legate al suo passato politico, e dove l’amministrazione Trump conferma il proprio impegno diplomatico e strategico in una regione in crisi.






