Il centrosinistra partecipa alla maratona oratoria organizzata dalla Cgil a Piazza Vittorio, a Roma, per il referendum dell’8 e 9 giugno
È una piazza Vittorio affollata, quella che nel tardo pomeriggio di ieri ha visto sfilare sotto lo stesso palco l’intero panorama del centrosinistra, orfano del centro ma unito – almeno per un giorno – dalla battaglia referendaria promossa dalla Cgil. Una maratona oratoria per sostenere i quesiti su lavoro e cittadinanza, con l’ombra del quorum a pesare come una spada di Damocle sulla riuscita dell’iniziativa.
La giornata sul referendum: la sinistra scende in campo
La giornata di mobilitazione è cominciata sin dal mattino per il Partito Democratico, con presìdi davanti alle sedi Rai in tutte le regioni. Motivo? La denuncia di un presunto oscuramento mediatico del referendum dell’8 e 9 giugno. A Roma c’era anche la segretaria Elly Schlein, che dal palco ha rilanciato: “Non è un voto sul passato, ma serve anche a riparare errori del passato”.
Le parole di Landini
Il sindacato guidato da Maurizio Landini, promotore dei quesiti sul lavoro, ha fatto quadrato attorno all’obiettivo: informare i cittadini e portare il Paese al voto. “È decisivo in questi 20 giorni informare – ha detto Landini – ma penso che siamo sulla strada giusta: il quorum è raggiungibile”.
Accanto a lui, Riccardo Magi (+Europa), sostenitore del referendum sulla cittadinanza, poi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli per Alleanza Verdi e Sinistra, e naturalmente Schlein. Foto di gruppo, sorrisi dietro il palco e qualche dialogo ad alto tasso simbolico, come quello tra la segretaria dem e Luciana Castellina, storica fondatrice de Il Manifesto.
Anche il M5S al fianco del centrosinistra
Ma il vero colpo di scena arriva nel finale, con l’apparizione di Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento 5 Stelle sale sul palco quando Schlein è appena scesa. C’è tempo per una foto “molto progressista” con i vertici del Pd, del M5S e della Cgil. Poi l’intervento: Conte sostiene i referendum sul lavoro, ma sul quesito per la cittadinanza esprime dubbi. “Il dimezzamento da 10 a 5 anni ci lascia perplessi. A titolo personale dico sì, ma lasciamo libertà di voto”, afferma, suscitando l’immediata reazione di Antonella Soldo, attivista del comitato cittadinanza. Il faccia a faccia è acceso ma civile: “Rischiamo di affossare una battaglia giusta”, ribadisce Conte.
Lo spettro delle divisioni non riguarda solo i referendum. Dalla piazza emerge un centrosinistra unito nell’azione, ma ancora distante nei contenuti. Conte rilancia la sua battaglia anti-armi, tracciando un solco con il PD. Schlein invece prova a ricucire, lanciando segnali al cosiddetto “campo largo”: “Un’alternativa esiste, unita con forze di opposizione, associazioni e sindacati”.
Sullo sfondo, il vero nemico resta l’astensione. Fratoianni attacca chi invita a non votare: “Hanno paura della rabbia dei cittadini, perché questi referendum parlano dei loro diritti”. Bonelli affonda su La Russa: “Più parla, più gente andrà a votare”. E Magi sfida apertamente Salvini: “Vorrei un confronto pubblico sul referendum per la cittadinanza. Temo che molti nuovi cittadini conoscano meglio la Costituzione e la lingua italiana di tanti eletti della Lega”.
Nel cuore di Roma, il centrosinistra prova dunque a rimettersi in marcia. Le differenze restano, ma la foto di piazza Vittorio parla di un fronte che, seppur disallineato, non ha rinunciato all’idea di un’alternativa. Ora resta da vedere se basterà a riportare gli italiani alle urne.






