Roma, 6 agosto 2025 – L’approvazione ufficiale del progetto Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta “un passo cruciale per la connettività e lo sviluppo infrastrutturale dell’Italia meridionale”. A sottolineare l’importanza di questa opera è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha ringraziato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per il coraggio e la determinazione mostrati nel rilanciare un’iniziativa che era stata sospesa dal governo Monti nel 2012.
Il rilancio del Ponte sullo Stretto: un’opera strategica e innovativa
Durante la riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess), la premier Meloni ha evidenziato che “l’opera non è solo un progetto infrastrutturale, ma un simbolo di un’Italia più connessa e coesa. Sarà il ponte sospeso a campata unica più lungo al mondo, un primato tecnico e ingegneristico di grande rilevanza”.
La sua realizzazione includerà anche la costruzione di oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, che collegheranno l’infrastruttura ai territori circostanti, favorendo così un miglioramento complessivo della mobilità e un incremento delle opportunità economiche. Meloni ha sottolineato come quest’opera possa fungere da moltiplicatore di sviluppo, offrendo lavoro oggi e lasciando una eredità concreta alle generazioni future.
Il progetto, che affonda le sue radici in un lungo percorso iniziato alla fine degli anni Sessanta, è stato ufficialmente riavviato dal governo attuale nel 2023, con un impegno politico forte e condiviso. La decisione di procedere è stata accolta come un segnale di rilancio per il Mezzogiorno, una regione che da tempo attende opere infrastrutturali capaci di sostenere la crescita e l’integrazione con il resto del Paese.
Le preoccupazioni di Villa San Giovanni e le critiche politiche
Non mancano però le reazioni critiche, soprattutto da parte dei territori direttamente coinvolti. La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Camini, ha espresso profonde preoccupazioni riguardo all’impatto che il cantiere avrà sulla città. L’amministrazione comunale, e la maggioranza consiliare, temono che l’avvio delle procedure di esproprio (previsto dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess) possa mettere a rischio la sopravvivenza stessa della città, che verrebbe divisa in due da un cantiere di grandi dimensioni.
La sindaca ha ribadito la richiesta di sospendere gli espropri fino all’approvazione del progetto esecutivo e ha sottolineato la necessità che gli studi preliminari vengano completati per garantire alla comunità la serenità necessaria ad affrontare questa fase delicata. L’amministrazione comunale di Villa San Giovanni ha chiesto inoltre di essere coinvolta nelle fasi preparatorie del cantiere, in modo da poter affrontare ogni fase con i poteri che la legge riconosce agli enti territoriali, a tutela della democrazia e nell’interesse dei cittadini.
Anche dal mondo politico arrivano critiche alla scelta del governo di puntare sul ponte. Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha definito la decisione “una scelta folle” sul piano ambientale ed economico, sottolineando come questa mega-opera possa sottrarre risorse pubbliche necessarie per affrontare altre emergenze e bisogni urgenti di milioni di italiani. Secondo Fratoianni, il progetto rischia di trasformarsi in un “gigantesco buco nero” per i conti pubblici, con un impatto negativo sull’intero Paese.






