Nuovo capitolo nella polemica sul progetto del Ponte, con la Cgil che ribadisce la propria posizione critica in merito all’opera infrastrutturale. A intervenire è il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, che sottolinea come la strategia del governo Meloni e della maggioranza sia stata sconfessata dalla recente presa di posizione degli Stati Uniti.
La posizione della Cgil e le critiche al governo
“Avevamo ragione noi”, afferma Gesmundo, commentando le dichiarazioni americane che hanno escluso il Ponte da qualsiasi rilevanza militare o strategica per l’Unione Europea, la Nato e il Sud Italia. Secondo la Cgil, il governo avrebbe tentato di giustificare l’opera con “artifici contabili e dichiarazioni propagandistiche”, senza considerare alternative meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Gesmundo evidenzia il rischio che la richiesta italiana di una deroga alla direttiva europea Habitat possa danneggiare la tutela dei siti Natura 2000, senza alcuna reale giustificazione strategica. “Il Ponte non può essere considerato un’infrastruttura di rilevanza militare né strategica”, prosegue il segretario, aggiungendo che i fondi sarebbero meglio investiti in infrastrutture di base come acqua, ferrovie, strade e servizi sanitari, settori fondamentali per lo sviluppo del Sud.
Prossimi sviluppi a Bruxelles
L’11 settembre prossimo, la Cgil sarà ascoltata dalla Commissione Ambiente a Bruxelles per esporre formalmente la propria posizione. La richiesta è che il governo ritiri la domanda di deroga e che la Commissione respinga definitivamente la proposta, per tutelare l’ambiente e salvaguardare la credibilità delle istituzioni europee.
La posizione della Cgil si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulle priorità infrastrutturali del Paese, con particolare attenzione agli impatti ambientali e all’effettiva utilità economica dell’opera. La vicenda resta al centro della scena politica e istituzionale, con un confronto serrato sulle scelte strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno.





