Roma, 11 dicembre 2025 – Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è intervenuto oggi ad Atreju, manifestazione politica romana, per replicare alle critiche sollevate da alcuni magistrati riguardo alla riforma della giustizia in corso di approvazione.
Nordio respinge le accuse di ispirazione alla P2
Nel suo intervento, Nordio ha espresso un netto dissenso verso le polemiche che hanno associato la riforma giudiziaria al progetto della loggia P2, definendo tali argomentazioni come “miseria argomentativa” e motivo di “disgusto”. Il ministro ha ricordato come nel programma originario della P2 vi fosse la proposta di riduzione del numero dei parlamentari, misura già adottata dal governo grillino senza che alcuno avanzasse accuse di piduismo nei loro confronti.
“Sono rimasto sorpreso da queste accuse, che non mi hanno ferito ma mi hanno fatto solo sorridere“
ha dichiarato Nordio, sottolineando che la riforma non ha alcun intento punitivo verso la magistratura, ma si configura come una risposta tecnica necessaria.

La riforma della Giustizia: il pm alla pari del giudice
Nordio ha inoltre precisato che l’articolo 104 della riforma mira a elevare il ruolo del pubblico ministero al medesimo rango del giudice, equiparandoli formalmente e sostanzialmente all’interno dell’ordinamento giudiziario. “Non si tratta di una misura punitiva o polemica, ma di una conseguenza tecnica indispensabile“, ha spiegato il Guardasigilli.
Il ministro, in carica dal 22 ottobre 2022 sotto il governo guidato da Giorgia Meloni, è un ex magistrato di lunga esperienza, noto per aver condotto indagini di rilievo come quelle sulle Brigate Rosse venete e sull’appalto del MOSE a Venezia. La sua nomina ha segnato una svolta nel dicastero della Giustizia, con un orientamento dichiaratamente liberale e riformista.
Le dichiarazioni di oggi si inseriscono in un contesto di acceso dibattito sulla riforma giudiziaria e sulla gestione dei rapporti tra politica e magistratura, temi che Nordio ha affrontato con fermezza riaffermando la necessità di un sistema giustizia efficiente e rispettoso delle sue autonomie.
Il nuovo Patto sulle migrazioni e i centri in Albania
Secondo quanto dichiarato da Nordio, il nuovo Patto sulle migrazioni rappresenta un punto di svolta significativo per lo sblocco dei centri di detenzione in Albania, con un impatto rilevante sull’intera gestione migratoria. Il ministro ha spiegato che, a seguito di incontri istituzionali a Bruxelles e Strasburgo, è stato individuato un duplice orientamento che risolve al 99% le incertezze giurisprudenziali precedenti, soprattutto sul concetto di “Paese sicuro” e sulla competenza a determinarne la definizione.
«La competenza a definire sicuro un Paese sarà vincolante per i nostri giudici, rendendo superflua qualsiasi altra interpretazione divergente», ha sottolineato Nordio, precisando che l’applicazione del Patto ai soggetti già espulsi andrà valutata caso per caso.
Riforma della giustizia e referendum
Nel corso del suo intervento, il Ministro ha affrontato anche il tema della riforma della giustizia, evidenziando che il governo lavora per una ridefinizione della situazione carceraria. In particolare, Nordio ha sottolineato la necessità di ridurre la carcerazione preventiva, che coinvolge circa il 15% dei detenuti, molti dei quali non hanno ancora una condanna definitiva e spesso risultano prosciolti. «Trovo più ragionevole evitare l’ingresso in carcere prima del processo piuttosto che liberare chi è già stato condannato», ha dichiarato.
Infine, il Ministro ha confermato che il referendum sulla giustizia si terrà presumibilmente a marzo 2026, ma la data esatta non dipende dal Ministero della Giustizia.
Carlo Nordio, ex magistrato e deputato per Fratelli d’Italia, è in carica come Ministro della Giustizia dal 22 ottobre 2022 nel governo guidato da Giorgia Meloni. La sua partecipazione ad Atreju 2025 ha confermato l’impegno del dicastero nel portare avanti le riforme giuridiche e migratorie di rilievo per il Paese.






