Roma, 25 giugno 2025 – Un caso di rimpatrio di migranti dall’Albania direttamente verso l’Egitto ha sollevato forti preoccupazioni e polemiche politiche e legali in Italia. La vicenda riguarda alcune persone di nazionalità egiziana che, trattenute nel CPR (Centro di Permanenza per i Rimpatri) di Gjadër in Albania, sono state rimpatriate il 9 maggio scorso direttamente da Tirana al Cairo, senza mai transitare dall’Italia. Un’operazione senza precedenti che potrebbe configurare una violazione grave della normativa europea e dei diritti fondamentali dei migranti.
Il caso del rimpatrio diretto dall’Albania e le critiche politiche
A denunciare l’accaduto è stata la deputata del Partito Democratico, Rachele Scarpa, la più giovane parlamentare della XIX legislatura, che ha espresso “estrema preoccupazione” per la procedura adottata dal governo Meloni. Scarpa ha immediatamente depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al Ministro dell’Interno circa la base giuridica di questo rimpatrio forzato “avvenuto da uno Stato extra-UE come l’Albania con modalità che sembrano più simili a una consegna arbitraria che a un’operazione condotta nel rispetto del diritto”.
La deputata ha sottolineato come questa pratica rappresenti un “salto di livello” nelle criticità già denunciate sull’accordo Italia-Albania in materia di immigrazione. Secondo Scarpa, il governo Meloni sta operando in una “zona grigia giuridica e politica”, in cui il diritto sembra sospeso e il controllo democratico azzerato, mentre si continuano a spendere centinaia di milioni di euro per un’operazione che, oltre a essere inefficace, potrebbe risultare illegittima sotto vari profili.
Per il Viminale non c’è stata nessuna violazione
In seguito alle accuse sollevate da Scarpa, fonti del Viminale hanno dichiarato che i rimpatri dei migranti trattenuti nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gjader, in Albania, possono avvenire direttamente dal territorio albanese senza passare prima dall’Italia. A renderlo possibile sono le intese stabilite tra Roma e Tirana.
Il protocollo sottoscritto tra Italia e Albania prevede non solo la detenzione di migranti nel centro di Gjader sotto gestione italiana, ma anche una serie di successive intese attuative. Tra queste, è esplicitamente contemplata la possibilità di effettuare rimpatri direttamente dal suolo albanese, purché vi sia una preventiva comunicazione tra le autorità italiane e quelle albanesi.
Alla luce di tali disposizioni, il Viminale sostiene che il trasferimento effettuato il 9 maggio sia stato pienamente conforme agli accordi bilaterali in vigore. “Nulla di anomalo”, precisano fonti ministeriali interpellate dall’ANSA, sottolineando che si è trattato di un’azione prevista e coordinata tra le due amministrazioni secondo modalità già stabilite.






