In piena escalation a Gaza, Matteo Salvini ha concesso ieri un’intervista alla tv israeliana, nello specifico al canale israeliano i24 News, ribadendo il sostegno dell’Italia a Israele e difendendone il diritto a “garantirsi un futuro sereno” contro il terrorismo di Hamas. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha sottolineato come Roma continuerà a essere un “Paese amico” di Tel Aviv, nonostante le crescenti critiche della comunità internazionale alle operazioni militari dell’Idf, accusate dalle Nazioni Unite di configurare un genocidio nei confronti della popolazione palestinese.
Salvini alla tv israeliana: proteste pro-Pal e scontri nella maggioranza
Salvini ha liquidato le proteste pro-Palestina, che nelle ultime settimane hanno riempito piazze e università in tutta Europa, come iniziative guidate da “gente che non sa per cosa protesta”. E ha definito l’Onu e alcune istituzioni europee “complici di un antisemitismo dilagante”, ridimensionandone il peso politico dopo che la Commissione ha attribuito al governo Netanyahu responsabilità dirette nei massacri di civili.
Le parole del leader della Lega arrivano in un momento di forte tensione anche dentro il governo italiano. Poche ore prima, da un palco ad Ancona, la premier Giorgia Meloni aveva infatti giudicato “sproporzionata” la reazione israeliana agli attacchi del 7 ottobre, sottolineando come l’Italia “non possa condividerla”. Una presa di distanza che si somma alle perplessità già espresse dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal ministro della Difesa Guido Crosetto.
Il riconoscimento della Palestina
Sul riconoscimento dello Stato di Palestina, Salvini ha confermato la sua contrarietà: “Riconoscerlo oggi, con Hamas ancora attivo, sarebbe un errore clamoroso. Prima va sradicato il terrorismo islamico, che è il principale problema al mondo”. Una posizione distante da quella di altri Paesi europei – come Irlanda e Spagna – che hanno già compiuto questo passo.
Nell’intervista, Salvini ha anche difeso la sua idea di equilibrio tra i fronti di guerra in Medio Oriente e in Ucraina: “Non abbiamo interesse a fare la guerra né a Putin né a tacere sul terrorismo islamico”. Ma le sue dichiarazioni, per tono e contenuto, si allineano più alla narrativa israeliana che alla linea cauta finora espressa da Palazzo Chigi.
Salvini: “Bisogna dimostrare da che parte si sta”
Infine, il vicepremier ha rivendicato il premio “Italia-Israele” ricevuto lo scorso luglio, ribadendo che “gli amici si vedono nei momenti difficili” e che “non è il momento di avere paura, ma di dimostrare da che parte si sta”.






