Roma, 23 dicembre 2025 – Prosegue l’esame del maxi-emendamento alla manovra finanziaria in corso presso la commissione Bilancio del Senato. Il testo, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia in Aula, è oggetto di approfondita valutazione e si prevede che alcune norme vengano stralciate prima dell’approvazione definitiva. Assente la misura sullo spoil system emersa durante precedenti discussioni.
Commissione Bilancio: in discussione il maxi-emendamento
Durante la riunione odierna della commissione Bilancio, i senatori stanno esaminando il maxi-emendamento che sostituisce integralmente la prima sezione del disegno di legge di Bilancio 2026 (A.S. 1689). Tra le modifiche attese, è previsto lo stralcio di cinque norme, tra cui quella relativa alla tutela dei lavoratori sottopagati, una misura che aveva suscitato particolare attenzione nelle scorse settimane. Il Governo ha posto la fiducia sull’emendamento, accelerando così il percorso parlamentare, con la votazione prevista a breve.
Assenza della misura sullo spoil system per le Authority
Nel testo del maxi-emendamento non è presente la misura riguardante lo spoil system per le Authority, che era stata oggetto di discussione in precedenza. L’esclusione di questa norma mantiene invariata la procedura di nomina degli organi delle Authority, senza introdurre modifiche significative in materia di ricambio politico-amministrativo. La scelta di non inserire tale misura nel maxi-emendamento è stata confermata dalle fonti parlamentari.
Cos’è lo spoil system?
Con l’espressione spoil system si indica un meccanismo di gestione del potere pubblico in base al quale la forza politica vincente assegna incarichi e posizioni istituzionali a persone legate al partito, a sostenitori o a figure considerate affidabili sul piano politico. Si tratta di un modello che si contrappone a quello meritocratico, nel quale l’accesso agli incarichi avviene sulla base di competenze, titoli ed esperienza professionale.
Le radici dello spoil system affondano negli Stati Uniti dei primi decenni dell’Ottocento, in particolare durante la presidenza di Andrew Jackson. L’allora presidente era convinto che la rotazione degli incarichi pubblici favorisse la partecipazione democratica e riducesse il rischio di concentrazioni di potere e pratiche clientelari. A sintetizzare questa visione è rimasta celebre l’espressione “to the victor belong the spoils”, che richiama l’idea secondo cui chi vince le elezioni ha il diritto di distribuire le posizioni chiave tra i propri sostenitori.
Punti di forza e criticità
Dal punto di vista politico, lo spoil system offre alcuni vantaggi evidenti. In primo luogo, contribuisce a rafforzare il legame tra il partito e la sua base, premiando chi ha sostenuto attivamente la campagna elettorale. Inoltre, consente al governo in carica di esercitare un controllo più diretto sull’apparato amministrativo, affidando l’attuazione delle politiche pubbliche a persone considerate allineate agli obiettivi dell’esecutivo.
Accanto a questi aspetti positivi, emergono però criticità significative. Il rischio principale è quello di affidare ruoli delicati a soggetti privi delle competenze necessarie, con ricadute negative sull’efficienza e sulla qualità dell’azione amministrativa. Un altro problema strutturale riguarda la possibilità di alimentare fenomeni di corruzione e nepotismo, poiché la fedeltà politica tende a prevalere sul criterio del merito.
Lo spoils system in Italia
Nel contesto italiano, lo spoil system è stato formalizzato con la legge Bassanini del 1997, che ha introdotto una profonda riforma della pubblica amministrazione. La normativa stabilisce che alcune figure dirigenziali di nomina politica, come i dirigenti generali e i capi di gabinetto, decadano automaticamente con la fine del mandato del governo che li ha designati.
Prima di questa riforma, il sistema italiano era maggiormente improntato alla selezione tramite concorsi pubblici e a percorsi di carriera fondati sulle qualifiche professionali. L’obiettivo dichiarato della legge Bassanini era quello di rendere l’amministrazione più responsabile nei confronti dell’esecutivo, consentendo al governo di circondarsi di collaboratori fidati nei ruoli strategici.
L’introduzione dello spoil system ha però sollevato numerose perplessità. Da un lato, la frequente sostituzione dei dirigenti a ogni cambio di maggioranza rischia di compromettere la continuità amministrativa e di rallentare l’attuazione delle politiche pubbliche. Dall’altro, l’attenuazione del principio meritocratico può incidere negativamente sulla motivazione dei funzionari più qualificati, penalizzati da logiche di nomina basate prevalentemente sull’appartenenza politica.
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