Roma, 20 dicembre 2025 – Nel contesto della discussione sulla manovra finanziaria 2026, emergono tensioni interne al governo che rischiano di avere un impatto negativo sulle categorie sociali più fragili. A denunciare la situazione è il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva, che sottolinea come la contesa politica tra le forze della maggioranza finisca per gravare sulle fasce più deboli della popolazione.
La guerra interna alla Lega e il costo sociale della manovra
Il confronto all’interno della Lega, tra la linea dura di Matteo Salvini e la posizione più pragmatica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta producendo effetti concreti sui lavoratori usuranti e sulle categorie più esposte. In particolare, la decisione di bloccare lo scorrimento verso la pensione anticipata per queste categorie rappresenta una vera e propria cancellazione di diritti acquisiti.
Borghi evidenzia come, nonostante le dichiarazioni iniziali della Lega che garantivano la tutela delle pensioni, la realtà sia ben diversa: l’azione di Giorgetti ha introdotto modifiche che toccano direttamente i lavoratori più vulnerabili, imponendo loro un prezzo alto per le negoziazioni interne al governo. Inoltre, la necessità di reintrodurre misure di sostegno alle imprese ha comportato uno “scippo” delle risorse destinate dal Fondo Sviluppo e Coesione, con una riduzione dei fondi disponibili per il ministero guidato da Salvini.
“La guerra interna al governo e l’incoerenza della Lega viene pagata dalle categorie sociali e dalle realtà territoriali più deboli”, afferma Enrico Borghi, sottolineando la gravità di questa situazione.
Il ruolo di Borghi e la risposta alla crisi
Intervistato sulla questione dello stop alla possibilità di cumulare la previdenza complementare per l’anticipo della pensione di vecchiaia, il senatore Claudio Borghi, relatore della manovra e esponente della Lega, ha spiegato che si tratta di un esperimento che ha generato preoccupazioni tecniche legate a futuri oneri. Tuttavia, ha garantito l’intenzione di introdurre una norma specifica per proseguire con cautela su questa strada, mirando a stabilire nuove finestre di flessibilità.
A margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato, Borghi ha anche dichiarato: “Abbiamo trovato come sempre una soluzione… a volte a qualcuno tocca fare l’antipatico ma si trova”. Il senatore ha sottolineato di aver preso la responsabilità di gestire la questione, evitando che persone con riscatti già pagati vedessero azzerati i propri diritti o rimanessero senza stipendio o pensione per mesi.
Queste dichiarazioni riflettono la complessità delle trattative interne alla maggioranza e la ricerca di un equilibrio tra esigenze di bilancio e tutela sociale, nel quadro delle prossime scelte legislative che si delineano con l’avvicinarsi dell’approvazione definitiva della legge di bilancio 2026.





