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Home Politica

Legge sul consenso, Bongiorno: “Nessun ritardo, via libera del Senato entro febbraio”

Bongiorno ha respinto le critiche su presunti tentativi di affossare o rinviare il provvedimento: “Il testo è arrivato in commissione solo ieri”

by Alessandro Bolzani
26 Novembre 2025
Giulia Bongiorno

Giulia Bongiorno | ANSA/FABIO FRUSTACI - Alanews.it

Roma, 26 novembre 2025 – Nel corso della trasmissione Ping Pong su Rai Radio 1, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha espresso dubbi sul possibile impatto della legge sul consenso, in particolare sul rischio del rovesciamento dell’onere della prova. Questo tema è al centro del dibattito parlamentare mentre la legge approvata dalla Camera approda ora al Senato per un ulteriore esame.

Il dibattito sulla legge sul consenso

Secondo la ministra Roccella, “il rischio è il rovesciamento dell’onere della prova, questo è il dubbio”. La sua posizione è chiara: “È meglio prendere più tempo ma approvare una legge convincente”. La ministra ha sottolineato come il principio del consenso sia già un cardine della giurisprudenza italiana, ribadito da numerose sentenze della Corte di Cassazione nel corso degli anni.

Nonostante le perplessità sollevate da figure autorevoli del mondo legale, tra cui l’ex presidente delle Camere Penali, Caiazza, che si è mostrato critico verso il testo, Roccella ha confermato che la legge si farà, evidenziando come il consenso sia un principio “sacrosanto” e già presente nel sistema giuridico italiano.

Nessuna retromarcia ma spazio a modifiche

Su eventuali cambiamenti, la ministra ha precisato che “non c’è nessuna retromarcia sul consenso”. Ha spiegato che ogni Camera ha il diritto di approfondire e discutere le leggi e che il Senato, tramite la commissione Giustizia presieduta da Giulia Bongiorno, sta esercitando questo diritto. “Il Senato ne vuole discutere e forse correggere alcuni punti”, ha dichiarato, chiarendo che questo processo non rappresenta un passo indietro, ma un normale iter legislativo.

Legge sul consenso, lo stop improvviso della maggioranza

La frenata è arrivata in commissione Giustizia del Senato, dove i gruppi di maggioranza hanno chiesto di interrompere l’iter per “valutazioni ulteriori”. Una scelta che ha colto di sorpresa anche diversi parlamentari: fino a pochi giorni prima, il testo approvato dalla Camera era considerato ormai avviato verso un via libera rapido e senza modifiche.

Il disegno di legge, composto da un unico articolo, prevede una pena tra 6 e 12 anni per chi compie o induce atti sessuali senza un consenso “libero e attuale”. E proprio su quella definizione si sarebbe addensata la maggior parte dei dubbi. Lega e Fratelli d’Italia ritengono che alcuni passaggi vadano chiariti, soprattutto in riferimento ai casi di minore gravità e alla nozione di “attualità” del consenso, giudicata troppo ambigua.

Giulia Bongiorno ha difeso la decisione parlando di “responsabilità del legislatore”: meglio prendersi pochi giorni in più, sostiene, che approvare una legge percepita come imprecisa. Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha voluto sottolineare che lo stop non proviene da Palazzo Chigi, ma dai gruppi parlamentari, e in particolare dal Carroccio.

Bongiorno: audizioni sul ddl stupro solo con esperti

Bongiorno ha chiarito le modalità delle audizioni sul ddl riguardante il consenso nei reati di stupro. Intervistata dai giornalisti in Senato, Bongiorno ha spiegato che il termine per indicare gli esperti da sentire è fissato per lunedì.

“Ho chiesto ai gruppi che vengano audite soltanto persone con competenze tecniche”, ha sottolineato, precisando che non saranno accettate audizioni di chi non possiede una specifica expertise sul tema. Inoltre, ogni gruppo potrà far intervenire al massimo due esperti, per garantire un ciclo di audizioni breve e mirato.

Bongiorno ha poi precisato che l’iter della nuova legge sul consenso non subirà rallentamenti e che i tempi saranno contenuti grazie a regole precise per le audizioni. Ospite di Timeline su Sky TG24, ha spiegato di aver stabilito che ogni gruppo parlamentare possa indicare soltanto due esperti da ascoltare, figure tecniche in grado di analizzare la norma e fornire contributi mirati. Questo approccio, ha sottolineato, consentirà di concludere le audizioni entro un mese.

Bongiorno ha respinto le critiche su presunti tentativi di affossare o rinviare il provvedimento: “Il testo è arrivato in commissione solo ieri”, ha ricordato, aggiungendo che non ha mai redatto una legge “in un’ora” e non intende farlo con una materia così delicata. Secondo il cronoprogramma indicato, la commissione dovrebbe completare i lavori a gennaio, aprendo la strada a una possibile approvazione in Aula già nel mese di febbraio.

Le reazioni politiche: accuse e tensioni

Lo scenario si è rapidamente infiammato. Matteo Salvini ha parlato della necessità di ridurre qualsiasi margine di discrezionalità, temendo che un testo poco chiaro possa dare spazio a denunce strumentali. La posizione del leader leghista ha contribuito ad aumentare le tensioni interne alla maggioranza.

Sul fronte opposto, l’indignazione è stata immediata. Elly Schlein ha dichiarato di aver interpellato direttamente Giorgia Meloni per chiedere che venga rispettato il percorso concordato. Per la segretaria del PD, lo stop rischia di trasformarsi in un segnale politico grave, soprattutto perché arriva pochi giorni dopo un voto quasi unanime alla Camera. Duro anche il giudizio di Italia Viva: per Maria Elena Boschi si tratta di una “retromarcia clamorosa” che mina la credibilità dell’intero processo.

Il risultato è una paralisi: il testo sul consenso non approderà in Aula nei tempi previsti e tutto viene rinviato alle modifiche richieste dai partiti della maggioranza.

Per approfondire: Via libera della Camera alla legge: senza consenso è reato di violenza sessuale

Tags: ConsensoEugenia Roccellaprima pagina

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