Le elezioni regionali 2025 confermano un fenomeno socio-politico preoccupante: l’astensionismo domina la scena elettorale in alcune delle regioni più popolose del Sud e del Nord Italia. I dati preliminari indicano una partecipazione al voto inferiore al 50% in Veneto, Campania e Puglia, territori con candidati che, in partenza, erano dati per favoriti. Questo calo nella partecipazione mette in luce un crescente distacco tra cittadini e istituzioni regionali.
Affluenza record sotto il 50% in Veneto, Campania e Puglia
Secondo le ultime stime ufficiali pubblicate da Eligendo, il portale del Ministero dell’Interno, alle ore 15.45 del secondo giorno di votazioni, su quasi tutte le sezioni scrutinate, la percentuale di elettori che si sono recati alle urne si attesta al 44,04% in Campania, 41,86% in Puglia e 44,56% in Veneto. La soglia del 50% non è stata raggiunta in nessuna di queste regioni, un dato che conferma il crescente fenomeno dell’astensionismo come principale protagonista di questa tornata elettorale.
L’analisi comparativa con le precedenti elezioni regionali del 2020 evidenzia una significativa diminuzione della partecipazione: in quella occasione, la Campania registrò un’affluenza del 55,5%, la Puglia il 56,4% e il Veneto un record del 61,1%. Anche rispetto alle elezioni politiche del 2022, che videro l’elezione di Giorgia Meloni come Presidente del Consiglio, si registra una flessione marcata: alla consultazione nazionale, la Campania aveva una partecipazione del 53,3%, la Puglia del 56,6%, e il Veneto raggiunse il 70,2%.
L’astensionismo come sfida per la democrazia regionale
Il fenomeno dell’astensionismo emerge come un vero e proprio “convitato di pietra” che condiziona ogni tornata elettorale, soprattutto in regioni dove i candidati favoriti sembravano poter contare su un vantaggio significativo. L’incapacità di superare la soglia del 50% di affluenza in Veneto, Campania e Puglia rappresenta un segnale di allarme per la salute della democrazia locale e nazionale, evidenziando la necessità di nuove strategie per coinvolgere maggiormente cittadini e elettori.
Il confronto con le elezioni europee 2024 mostra invece una vicinanza nei livelli di partecipazione: alle europee la Campania aveva registrato il 44%, la Puglia il 43,6% e il Veneto il 52,6%. Questo dato suggerisce che l’interesse per le consultazioni europee, e forse per temi di più ampio respiro, mobilita più efficacemente l’elettorato rispetto alle elezioni regionali.
Il quadro generale di questa tornata elettorale 2025 invita quindi a riflettere sul rapporto tra cittadini e istituzioni regionali, sulle cause del disimpegno e sulle possibili risposte per rilanciare la partecipazione democratica nelle regioni italiane più strategiche per il futuro del Paese.






