Roma, 7 agosto 2025 – La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati (ANM) ha voluto ribadire con fermezza il proprio ruolo istituzionale e l’indipendenza della magistratura italiana, intervenendo nel dibattito pubblico dopo alcune recenti polemiche. In una nota diffusa oggi, l’ANM sottolinea che “i magistrati non fanno politica, fanno il loro mestiere ogni giorno nonostante insulti, intimidazioni e una campagna costante di delegittimazione che danneggia i fondamenti stessi del nostro Stato democratico”.
Il richiamo all’articolo 101 della Costituzione
L’Associazione ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’articolo 101 della Costituzione italiana, definito “un architrave della nostra democrazia”. Questo articolo stabilisce che “la giustizia è amministrata in nome del popolo” e che i giudici sono “soggetti soltanto alla legge”, a testimonianza dell’assenza di qualsiasi interferenza politica nell’operato della magistratura. La nota precisa inoltre che non esiste alcun disegno avverso all’esecutivo e che affermare il contrario significa non comprendere il corretto funzionamento della separazione dei poteri dello Stato.
Le accuse di Meloni all’ANM
Queste parole arriva in risposta a quelle della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ieri aveva espresso dubbi sul ruolo della magistratura italiana riguardo alle questioni migratorie, accusando un possibile “disegno politico” che ostacolerebbe le azioni del governo nel contrasto all’immigrazione illegale.
Durante un’intervista, infatti, Meloni ha sottolineato come alcune decisioni della magistratura, in particolare quelle relative ai temi dell’immigrazione, sembrerebbero avere una connotazione politica. “Io vedo un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura, particolarmente quelle che riguardano i temi dell’immigrazione, come se in qualche maniera ci volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale”, ha dichiarato la premier. Nonostante ciò, ha ribadito che i flussi di immigrati irregolari verso l’Italia sono diminuiti del 60%, un risultato che il governo intende migliorare ulteriormente.






