Città del Vaticano, 18 ottobre 2025 – In un recente incontro con la Consulta antiusura, Papa Leone XIV ha ribadito con fermezza la gravità del fenomeno dell’usura, evidenziando come questa pratica non colpisca soltanto singoli individui, ma possa mettere in ginocchio interi popoli e nazioni. Il Pontefice ha sottolineato il rischio che sistemi finanziari usurari possano provocare crisi economiche e sociali su larga scala, danneggiando comunità e società nel loro complesso.
Papa Leone XIV e il rigetto dell’usura come peccato grave
Il Santo Padre ha definito l’usura un peccato grave, che si discosta profondamente dalla volontà di Dio. Ha descritto come l’usura possa schiacciare le persone fino a renderle schiave, generando sofferenze profonde che spesso si traducono in crisi familiari, problemi psicologici e persino pensieri di suicidio. L’usura, secondo Leone XIV, non è mai una semplice questione contabile, ma un vero e proprio macigno che soffoca la dignità umana. Il Papa ha ricordato, citando il Catechismo della Chiesa Cattolica, che anche le pratiche usurarie nei commerci hanno responsabilità gravi, alimentando strutture di peccato e iniquità che causano fame e morte tra i fratelli.
L’appello alla responsabilità globale di Papa Leone XIV
Durante l’udienza, il Pontefice ha evidenziato che l’usura non colpisce solo individui, ma si manifesta anche a livello di interi Stati e popoli, mettendo in ginocchio intere nazioni. L’invito alla Consulta antiusura è stato quello di vigilare con attenzione e combattere queste pratiche, che alimentano disuguaglianze e sofferenze. In un contesto globale sempre più complesso, il Papa ha richiamato la comunità internazionale a non trascurare le conseguenze di sistemi finanziari ingiusti e usurari, che minano la pace sociale e la giustizia.
Le parole di Leone XIV arrivano in un momento in cui la Santa Sede, sotto la sua guida, continua a impegnarsi nella promozione della dignità umana e della giustizia sociale. La sua autorità, riconosciuta come Sommo Pontefice e capo della Chiesa cattolica, conferisce particolare peso a questi moniti, che si inseriscono nel più ampio magistero della Chiesa sulla responsabilità etica nelle questioni economiche e sociali.
L’usura: una trappola per i più vulnerabili
“Ciò che all’inizio sembra un aiuto, a lungo andare diventa un tormento“, ha sottolineato il Papa, ricordando come l’usura riduca in schiavitù e distrugga la dignità umana. Il problema non riguarda soltanto l’aspetto economico, ma anche quello etico e sociale, poiché chi sceglie la via dell’usura antepone il proprio guadagno al bene comune e alle persone, trasformandole in oggetti da sfruttare. “Quando prevale la ricerca del guadagno, gli altri non sono più persone, non hanno più volto“, ha aggiunto Leone XIV, sottolineando che questa dinamica porta alla perdita di sé stessi e dell’anima.
Educazione finanziaria e ruolo della Chiesa
Papa Leone XIV ha inoltre richiamato l’importanza della conversione di chi si rende protagonista di atti usurari, così come la necessità di sostenere concretamente chi soffre per le conseguenze di tali pratiche. In questo senso, la Consulta Nazionale Antiusura svolge un ruolo cruciale nel fornire ascolto, accompagnamento e supporto economico alle persone indebitate, spesso incapaci di accedere al credito legale. Come evidenziato dal presidente della Consulta, Luciano Gualzetti, l’educazione finanziaria rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire il ricorso all’usura, promuovendo una gestione responsabile delle risorse e un sistema di valori basato sulla sobrietà e il consumo consapevole.
Il Pontefice ha infine sottolineato il compito della Chiesa nel ricostruire questi valori, attraverso iniziative educative nelle scuole, parrocchie e oratori, affinché si possa contrastare efficacemente un fenomeno che rappresenta una piaga sociale e spirituale.
Un modello luminoso di famiglia cristiana
Nel decimo anniversario della canonizzazione di Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux, Papa Leone XIV ha voluto dedicare un messaggio speciale alla famiglia, sottolineando l’importanza di questo modello di vita coniugale e familiare per i giovani di oggi.
Il Pontefice ha definito la Santa Coppia di Alençon come un “modello luminoso e ispiratore” per tutte le anime generose che desiderano intraprendere il cammino della famiglia, “con il sincero desiderio di condurre una vita bella e buona sotto lo sguardo del Signore, nella gioia come nella prova”. Leone XIV auspica che l’anniversario della canonizzazione rappresenti un’occasione preziosa per far conoscere “la vita e i meriti di questi incomparabili sposi e genitori”, dando sostegno alle famiglie, “così care al cuore di Dio, ma anche a volte così fragili e provate”.
Il Papa ha ricordato che Luigi e Zelia non cercarono la santità ritirandosi dal mondo, ma “hanno compiuto il loro dovere di stato nel corso ordinario della vita quotidiana”, incarnando la santità della porta accanto, come spesso ha richiamato il suo predecessore, Papa Francesco.
Contro-modelli di unioni e fedeltà nella famiglia
In un passaggio del messaggio, Leone XIV ha messo in guardia i giovani contro i “contro-modelli di unioni, spesso effimere, individualistiche ed egoistiche, con risultati amari e deludenti”. In questo contesto, la famiglia come voluta dal Creatore potrebbe sembrare superata o noiosa, ma è proprio in essa che si trova un modello di “fedeltà e attenzione reciproca”, un esempio di “fervore e perseveranza nella fede” che la Santa Chiesa propone ai giovani forse esitanti.
La figura di Luigi e Zelia Martin riveste dunque un ruolo emblematico, incarnando l’ideale di famiglia cristiana, un “sostegno e grazia” in ogni circostanza, che continua ad essere di grande attualità e ispirazione nel contesto contemporaneo.



