Pisa, 7 ottobre 2025 – Nel corso dell’assemblea della Confindustria di Pisa, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha offerto una riflessione critica sulle scelte politiche ed economiche degli USA, in particolare sulle mosse dell’amministrazione Trump in tema di dazi e sovranità commerciale.
Giorgetti ha espresso anche una posizione netta riguardo alle attuali direttive europee e ai trattati comunitari, definendoli “basati su norme d’altra epoca” e quindi non più adeguati alle sfide economiche contemporanee. Un intervento che sottolinea la necessità di un ripensamento profondo delle regole europee per migliorare la competitività del continente nel contesto globale.
Giorgetti: “Trump non è un pazzo, ma ha una strategia precisa”
Secondo Giorgetti, le decisioni di Washington, incluse le politiche protezionistiche e i dazi, non sono frutto di impulsi irrazionali ma rappresentano una strategia consapevole incentrata sulla sovranità commerciale e politica degli USA. “Non penso che Trump sia pazzo – ha affermato il ministro – ma che abbia una precisa strategia per essere autosufficienti su produzioni fondamentali per l’autonomia strategica del paese“.
Questo approccio, ha sottolineato, ha di fatto rivoluzionato e destrutturato la globalizzazione come era conosciuta finora, imponendo una nuova fase di adattamento per le imprese europee e italiane.
La sfida della globalizzazione e delle regole commerciali
Giorgetti ha poi evidenziato le difficoltà dell’Europa nell’affrontare un contesto globale dove le regole non sempre vengono rispettate. “Viviamo in un mondo globale dove tutti se ne infischiano – ha detto – prendiamo ad esempio la regolamentazione bancaria: l’Europa è iper-regolamentata, al punto che i banchieri fanno fatica a erogare credito, mentre negli Stati Uniti nascono monete private“.
Il ministro ha ricordato di aver invitato gli USA a ridiscutere le regole di base dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), riconoscendo che sarà difficile ma confidando nella capacità delle imprese italiane di adattarsi e superare questa fase.
Infine, Giorgetti ha rivendicato il valore della stabilità politica del governo italiano, definendola non fine a se stessa, ma un elemento che in un momento di grande incertezza globale permette di essere rispettati a livello internazionale. “Il rispetto – ha concluso – paga a lungo termine nei contesti globali dove si stanno riscrivendo le regole della storia“.
Direttive UE e trattati superati: la critica di Giorgetti
Il Ministro ha affermato che molte direttive europee, spesso fonte di “danni“, dovrebbero essere sospese in quanto rispondono a trattati “nati in epoche totalmente diverse” e ormai non più idonei a rispondere efficacemente alle esigenze attuali. “L’Europa quasi sempre agisce in deroga ai trattati“, ha osservato Giorgetti, sottolineando come l’Unione continui ad avanzare grazie alle deroghe applicate, ma ciò non basta più. Per il ministro è indispensabile una deregolamentazione e una sburocratizzazione complessiva, al fine di evitare che le normative diventino un ostacolo alla competitività europea rispetto al resto del mondo.
La sfida commerciale: importazioni asiatiche e dialogo con gli Usa
Giorgetti ha inoltre evidenziato un altro aspetto cruciale legato alla bilancia commerciale italiana ed europea. Il problema principale, ha detto, non è l’export verso gli USA, ma le importazioni crescenti dall’Asia, in particolare dalla Cina, che mette in atto una politica di overcapacity con un forte impatto sui mercati europei. Ha sottolineato la difficoltà europea di confrontarsi con queste dinamiche, soprattutto perché in UE sono vietati gli aiuti di Stato, mentre in altri blocchi economici si adottano pratiche di dumping e politiche commerciali aggressive. Per questo motivo, secondo Giorgetti, è necessario un ridisegno delle regole del commercio internazionale, da discutere con gli USA, per garantire una competizione più equa e trasparente.
Giorgetti e l’attacco alla sinistra italiana
Giancarlo Giorgetti ha anche attaccato la sinistra italiana durante un convegno della Lega a Livorno: “La sinistra non arriva al governo tramite elezioni, di solito ci arriva o con un golpe giudiziario o finanziario. Questa è la storia recente di questo paese. Il mio primo obiettivo è stato evitare che questo possa accadere: mettere in sicurezza il governo“. “Abbiamo un debito significativo e ogni volta devo andare in giro a chiedere soldi“, ha aggiunto il ministro.






