Roma, 10 novembre 2025 – Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha convocato con urgenza una riunione con i rappresentanti delle associazioni del mondo del cinema e dell’audiovisivo, cancellando la sua prevista trasferta a Napoli. La convocazione arriva a seguito della crisi generata dallo stop imposto dalla Ragioneria dello Stato al piano del ministro volto a incrementare di 100 milioni di euro il Fondo Cinema 2026, gravemente ridotto dai tagli della legge di bilancio. La situazione è stata definita dai produttori come un potenziale blocco del settore già a partire dal primo trimestre del 2026.
La crisi del Fondo Cinema e la convocazione d’urgenza
Al tavolo di confronto, oltre al ministro Giuli, erano presenti la sottosegretaria con delega al cinema, Lucia Borgonzoni, e il direttore generale Cinema del Ministero della Cultura, Giorgio Brugnoni. Tuttavia, non sono emerse soluzioni immediate per risolvere la crisi finanziaria del settore, se non l’impegno a trovare a breve una via d’uscita. Il ministro ha sottolineato come “le sorti del settore stiano a cuore non solo al Ministero della Cultura ma anche agli altri organi di governo”.

Al momento, l’ipotesi di utilizzare le somme non assegnate dal 2022 al 2024 dei cosiddetti “contributi automatici” destinati alle imprese del settore sembra abbandonata, sia per l’opposizione della Ragioneria dello Stato sia per la contrarietà delle imprese, che quei fondi li hanno già contabilizzati nei propri bilanci. Una soluzione alternativa non è stata ancora individuata, ma è stata promessa una ricerca rapida di un percorso utile a garantire risorse fondamentali al comparto.
Le reazioni politiche e associative
Il Partito Democratico ha espresso una posizione netta tramite il deputato Matteo Orfini, che ha dichiarato: “L’unica strada è eliminare il taglio previsto nella Legge di Bilancio. Non esistono altre vie di uscita. La responsabilità politica di questa scelta non può essere nascosta dietro questioni tecniche o algoritmi. Il Ministro Giuli deve assumersi la responsabilità e interpellare direttamente il ministro Giorgetti, suo compagno di partito della sottosegretaria Borgonzoni, per ottenere una correzione della manovra”. Orfini ha aggiunto che solo con la cancellazione dei tagli sarà possibile avviare un confronto “vero e costruttivo” con le categorie del settore.
Parallelamente, il governo ha assicurato il riavvio dell’afflusso delle risorse legate al tax credit, che erano rimaste bloccate a causa dei nuovi controlli introdotti dopo lo scandalo dei fondi irregolari destinati alla società Kaufmann. Questi controlli si sono sovrapposti a una riorganizzazione interna, con la sostituzione del vertice della direzione generale Cinema del MIC, dove Nicola Borrelli è stato sostituito da Giorgio Carlo Brugnoni.
Le associazioni di categoria, come Anica, Apa e Cna Cinema e Audiovisivo, pur manifestando la loro “grande preoccupazione” per la situazione, hanno formalmente riconosciuto “lo sforzo dimostrato dal Ministro, dalla Sottosegretaria e dal Direttore generale”, che hanno confermato l’impegno a garantire il recupero delle risorse per il fondo cinema e audiovisivo.
Va rilevato, però, che al tavolo mancavano i rappresentanti delle maestranze, dagli attori alle figure tecniche che costituiscono la spina dorsale delle produzioni. Questa assenza è stata duramente criticata dal deputato M5S e attore Gaetano Amato, che ha attaccato le associazioni Anica, Apa e Cna, accusandole di essere “le stesse che da anni beneficiano del tax credit e sostengono la politica che li ha favoriti”.





