Prosegue la delicata gestione della situazione legata alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale partita nel Mediterraneo con l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano per portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza. Dopo l’abbordaggio da parte della Marina israeliana e il fermo di circa 400 attivisti, tra cui 40 italiani, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fornito un quadro aggiornato sulle operazioni in corso e sulle iniziative diplomatiche italiane.
Trasferimento e rimpatrio degli attivisti della Flotilla: le parole di Tajani
Secondo quanto riferito da Tajani in aula alla Camera, le autorità israeliane stanno completando le procedure di trasferimento degli attivisti nel porto di Ashdod, dove sono attualmente detenuti circa 400 membri della Flotilla. È previsto che entro la serata, dopo la conclusione dello Yom Kippur, i fermati vengano trasportati in autobus alla struttura detentiva di Ben Sheva. Il consolato italiano effettuerà domani mattina le visite consolari per assistere i cittadini italiani coinvolti. Cinque funzionari sono già stati inviati a Ben Sheva e ripeteranno la visita domenica mattina, data la chiusura delle attività sabato per lo Shabbat.
Il ministro ha inoltre annunciato che le autorità israeliane intendono procedere con un unico provvedimento giudiziario di espulsione coatta per tutti i membri della Flotilla. Il rimpatrio avverrà tramite voli charter dall’aeroporto di Ben Gurion, probabilmente nelle giornate di lunedì 6 e martedì 7 ottobre, con destinazioni inizialmente richieste in Madrid e Londra. Per ora non è prevista l’arrivo di voli in Italia.
Per quanto riguarda i connazionali coinvolti, Tajani ha confermato che sono 22 gli italiani fermati da Israele e che, secondo le informazioni raccolte dall’Unità di Crisi della Farnesina, tutti stanno bene. I consolati a Tel Aviv e Gerusalemme sono attivamente impegnati nel fornire assistenza legale e consolare agli italiani, in stretto contatto con i legali dei fermati.
La gestione dell’operazione israeliana e la posizione italiana
Il ministro ha sottolineato come l’operazione israeliana, che ha coinvolto più di 16 navi della Marina israeliana, sia stata condotta con rigide precauzioni per evitare violenze e incidenti, definendo gli abbordaggi “pacifici e senza violenze”, nonostante la complessità delle operazioni. L’operazione, iniziata nei giorni scorsi, si concluderà oggi con il completamento del trasferimento degli attivisti al porto di Ashdod.
Tajani ha espresso apprezzamento per il rispetto delle regole d’ingaggio da parte delle forze israeliane e ha ricordato di aver più volte sollecitato il governo di Tel Aviv a evitare azioni aggressive. È previsto che già da venerdì possano partire i primi rimpatri spontanei degli italiani che accetteranno di lasciare il Paese volontariamente; in caso contrario, si attenderà il provvedimento giudiziario di espulsione, che potrebbe richiedere da 48 a 72 ore.
Riguardo alle manifestazioni di solidarietà e protesta in Italia, il ministro ha ribadito che è giusto manifestare per la causa di Gaza, ma ha condannato ogni degenerazione violenta, sottolineando che “non c’è nessuna giustificazione a distruggere le vetrine perché il commerciante è un lavoratore, così come non hanno colpa i 60 poliziotti feriti”. Tajani ha richiamato la necessità di mantenere la pacatezza nelle proteste, scegliendo di schierarsi “dalla parte dei poliziotti”, ricordando la lezione di Pasolini sui conflitti sociali.
Tajani: l’impegno umanitario e diplomatico dell’Italia
Nel corso della sua replica, Tajani ha voluto ribadire l’impegno concreto del governo italiano nel fornire aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Ha ricordato che tutte le 2400 tonnellate di beni inviati sono state consegnate direttamente ai civili palestinesi, in collaborazione con il World Food Programme (WFP). Inoltre, l’Italia ha aperto un corridoio umanitario per garantire l’arrivo in sicurezza di bambini palestinesi che necessitano di cure mediche: sono già quasi 200 i minori accolti nelle strutture sanitarie italiane, con un primo gruppo di studenti arrivato di recente e altri 100-150 attesi nei prossimi giorni.
Il ministro ha anche ribadito la posizione italiana sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, definendola “inaccettabile” e una “carneficina che deve finire”. Ha sottolineato come l’Italia sia amica sia del popolo palestinese che di quello israeliano, sottolineando l’importanza di rispettare il diritto internazionale umanitario e di non colpire una popolazione civile inerme. “Gaza non è Hamas, i palestinesi non sono Hamas. Sono le prime vittime di Hamas”, ha evidenziato Tajani, ricordando che le richieste italiane di moderazione sono state finora disattese.
Infine, il ministro ha parlato del piano di pace americano, accolto positivamente sia da Israele che dall’Autorità Nazionale Palestinese e da molti paesi arabi. Secondo Tajani, il futuro di Gaza dipenderà dalla risposta di Hamas al piano, e l’Italia è pronta a contribuire a un processo di riconciliazione e ricostruzione che coinvolga rappresentanti arabi e capitali internazionali.
Appelli ignorati dalla Flotilla e prospettive di sanzioni: Tajani chiarisce
Tajani ha inoltre ricordato che, sin dall’inizio della missione della Flotilla, il governo italiano ha cercato di segnalare i rischi dell’operazione, rivolgendosi agli organizzatori e alla portavoce della spedizione con appelli di responsabilità, inclusi quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sono però stati ignorati.
Sul fronte delle sanzioni, il ministro ha informato che il governo italiano è pronto a valutare, insieme ad altri Paesi europei come la Germania, le nuove proposte della Commissione Europea per eventuali sanzioni commerciali a Israele. Ha però precisato che queste misure dovranno essere adottate senza causare ricadute negative sulla popolazione civile israeliana, che è multietnica e composta anche da comunità arabe e druse.
Questi aggiornamenti arrivano in un momento di alta tensione internazionale legata alla situazione nella Striscia di Gaza, con un’attenzione particolare alla tutela degli attivisti, in particolare dei cittadini italiani, e alla ricerca di soluzioni diplomatiche che possano favorire una riduzione delle sofferenze della popolazione civile.
Sono 40 gli italiani fermati sulle navi della Flotilla
“Voglio darvi gli ultimi aggiornamenti: Israele ha conferma la conclusione delle operazioni della Marina in mare e comincia il trasferimento ad Ashdod. Il numero degli italiani fermati è ora di 40”, ha poi dichiarato Tajani durante la replica al Senato.






