Roma, 20 novembre 2025 – Durante un convegno tenutosi oggi a Roma, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha espresso un giudizio positivo sull’andamento della lotta contro il femminicidio, sottolineando l’importanza delle iniziative legislative e delle risorse messe in campo dal governo.
Roccella evidenzia una lieve diminuzione dei femminicidi
La ministra Roccella ha evidenziato come si registri una piccola diminuzione dei femminicidi in Italia, un segnale incoraggiante che indica che gli sforzi finora compiuti stanno andando nella giusta direzione. “Ogni donna uccisa è di troppo, ma ogni donna in meno è un risultato da considerare”, ha affermato.
Il governo Meloni, ha ricordato, ha posto la lotta contro la violenza sulle donne al centro della sua agenda, approvando due leggi importanti: una per la prevenzione, già in fase di applicazione, e una nuova legge sul femminicidio che la ministra definisce fondamentale. L’Italia è infatti tra i primi Paesi a tipizzare specificamente il reato di femminicidio.
Domani è prevista una conferenza internazionale sul tema, a dimostrazione dell’impegno costante del governo. Roccella ha inoltre ricordato che sono state potenziate le risorse destinate ai centri antiviolenza e alle case rifugio, oltre ai fondi per il reddito e il microcredito di libertà per le donne vittime di violenza.
Famiglie fragili e contrasto alla violenza attraverso l’educazione
Durante il convegno “Essere figli di famiglie fragili”, organizzato dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la ministra è intervenuta sottolineando la necessità di unire tutti gli strumenti di tutela rivolti ai minori e ai nuclei familiari. Roccella ha spiegato di condividere pienamente l’approccio della Garante, osservando come i temi affrontati – dalla fragilità educativa al bullismo, fino alle insidie del digitale – siano strettamente collegati e richiedano un’azione coordinata.
Il ruolo centrale della famiglia e la necessità di sostenerla
Secondo la ministra, oggi le famiglie sperimentano un isolamento crescente, che non riguarda soltanto i giovani ma anche gli adulti, spesso lasciati soli nel loro compito educativo. Per questo, ha spiegato, l’obiettivo delle politiche in corso è rafforzare le competenze genitoriali e non sostituirle con altre figure o istituzioni. Roccella ha ricordato come i centri per la famiglia siano pensati come punti di riferimento territoriali, capaci di mettere in rete scuole, servizi sociali e tutte le realtà che operano a favore dei minori, con l’idea che la famiglia debba rimanere il fulcro del sistema educativo. “Non si tratta di togliere responsabilità ai genitori – ha ribadito – ma di sostenere un ruolo che è irrinunciabile”.
Per Roccella l’educazione affettiva non ha un legame con la riduzione dei femminicidi
A margine dell’incontro, Roccella ha affrontato anche il tema dell’educazione affettiva, spesso invocata come strumento per prevenire la violenza di genere. La ministra ha dichiarato che, secondo i dati disponibili, non emerge un rapporto diretto tra l’introduzione di percorsi formativi specifici e la riduzione dei femminicidi. Ha osservato come esistano Paesi in cui tali programmi sono già radicati da anni, ma in cui il numero di uccisioni di donne risulta comunque superiore a quello registrato in Italia. Per questo, ha invitato a evitare semplificazioni e a valutare l’efficacia delle politiche sulla base di risultati concreti, distinguendo il dibattito educativo dal fenomeno dei femminicidi quando mancano evidenze di correlazione.
Potrebbe interessarti anche questo articolo: “Femminicidi sono solo omicidi”: bufera su frase della consigliera di Fratelli d’Italia






