per Bari, 5 dicembre 2025 – Nel corso di un incontro a Roma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il presidente uscente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato che il piano di chiusura e la cassa integrazione per lo stabilimento ex Ilva di Taranto sono stati completamente ritirati. Emiliano ha inoltre confermato che lo stabilimento continuerà a rifornire di coils l’impianto di Genova, una notizia che ha portato un certo sollievo a lavoratori, sindacati e istituzioni locali.
Decarbonizzazione e investimenti: le prospettive per l’ex Ilva
Durante l’incontro è stato ribadito che il piano di decarbonizzazione procede, in vista dell’individuazione di un acquirente privato per lo stabilimento. Tuttavia, la questione più delicata rimane la gestione dell’impianto nel caso in cui non si trovasse un acquirente privato: lo Stato, nei limiti previsti dalla legge, dovrà assumersi la responsabilità della gestione. Emiliano ha inoltre riferito che sono state presentate diverse ipotesi di investimento, alcune note e altre nuove, che potrebbero permettere la riallocazione di alcune centinaia di lavoratori attualmente considerati esuberi. Pur riconoscendo che tali progetti hanno una concretezza limitata, il presidente uscente ha sottolineato la serietà delle imprese coinvolte, valorizzandone la reputazione e il prestigio.

Tensioni e mobilitazioni: il quadro politico e sindacale
L’incontro per l’ex Ilva si è svolto in un clima di forte tensione, con un fronte sindacale compatto contro le misure del governo, ritenute insufficienti. Il decreto urgente presentato in consiglio dei ministri, che prevede l’utilizzo di 108 milioni per sostenere la produzione fino a febbraio 2026 e stanziamenti per la cassa integrazione e la formazione di operai, è stato giudicato da molte sigle sindacali un bluff. Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno rifiutato di partecipare ai tavoli separati convocati dal governo, denunciando un tentativo di divisione tra lavoratori del Nord e del Sud. Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha espresso la sua contrarietà a qualsiasi macelleria sociale e ha chiesto direttamente un incontro con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per affrontare la crisi con chiarezza.
Anche nel panorama politico nazionale, il ministro Urso è stato contestato da esponenti della sua stessa maggioranza e dall’opposizione, che ne chiedono le dimissioni per la gestione ritenuta fallimentare della crisi Ilva. La mobilitazione dei lavoratori continua, con scioperi e presidi nelle principali città industriali coinvolte. Ulteriori sviluppi sono attesi nelle prossime settimane, mentre la Regione Puglia e gli enti locali mantengono alta l’attenzione sulla vertenza.




