Minacciati nuovi dazi Usa: preoccupazione per effetti su imprese italiane. Schlein chiede strategia unitaria Ue e contromisure mirate per tutelare economia e lavoro.
Bologna, 16 luglio 2025 – Il rischio di dazi al 30% imposti dagli Stati Uniti, minacciati dal presidente Donald Trump, preoccupa fortemente l’Europa e in particolare l’Italia per le conseguenze economiche che potrebbero avere su imprese e lavoratori. A sottolinearlo è Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, intervenuta a margine del ventesimo congresso della Cisl.
Sostenere il negoziato europeo ma prepararsi alle contromisure
“Siamo tutti preoccupati perché questi dazi al 30% che minaccia Trump sarebbero devastanti per le economie europee e innanzitutto per le imprese e i lavoratori italiani“, ha affermato Schlein. La segretaria dem ha ribadito la necessità di sostenere con convinzione il negoziato portato avanti dall’Unione Europea, ma ha anche evidenziato che “bisogna essere pronti a mettere subito sul tavolo contromisure adeguate, che colpiscano dove fa male: i servizi digitali, ad esempio le grandi multinazionali del Big Tech americano.”
Schlein ha sottolineato che Trump, oggi alla guida degli Stati Uniti per il suo secondo mandato iniziato nel gennaio 2025, deve comprendere che “questi dazi farebbero male anche all’economia americana“. Proprio per questo motivo è fondamentale “sostenere da subito il negoziato europeo e chiediamo ancora al governo di riferire in Aula e quindi al Paese per spiegare che strategia sta adottando per sostenere questo negoziato e anche cosa fare nel caso di assenza di un accordo.” La preoccupazione principale è infatti rivolta a imprese e lavoratori, che vivono con apprensione l’incertezza derivante dalla possibile escalation tariffaria.
Un fronte europeo compatto e le tensioni con la politica italiana
Sul tema dei dazi, Schlein ha rimarcato l’importanza di una decisione comune a livello europeo, evitando che singoli Stati europei possano intraprendere fughe in avanti che rischierebbero di indebolire la posizione negoziale dell’Unione. Questo messaggio si colloca in parte in contrasto con alcune visioni del governo italiano, il quale, pur sostenendo la linea negoziale europea, si è distinto per un’interlocuzione privilegiata con gli Stati Uniti.
Il contesto internazionale e l’impatto economico
Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti nel gennaio 2025, ha già annunciato l’intenzione di imporre dazi elevati sugli import europei, con un possibile aumento medio fino al 15-30%, una misura che rappresenterebbe un cambio radicale rispetto alle politiche di libero scambio degli ultimi decenni. Studi economici recenti indicano che, pur essendo l’impatto macroeconomico per l’Unione Europea gestibile, alcune regioni e settori italiani, come il manifatturiero e il settore automobilistico, potrebbero subire conseguenze significative.
L’Unione Europea ha già adottato alcune contromisure in risposta ai dazi su acciaio e alluminio, ma la partita resta aperta in vista del termine del negoziato fissato per il primo agosto. Nel frattempo, la pressione cresce per una strategia coordinata che tuteli l’interesse europeo e italiano, mantenendo al contempo un dialogo diplomatico con gli Stati Uniti.





