Catanzaro, 30 ottobre 2025 – Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina si infiamma con le dichiarazioni di Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, che critica duramente la gestione del progetto da parte del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. La questione si inserisce in un contesto politico e istituzionale segnato dal recente no della Corte dei Conti alla delibera Cipess che dava il via libera all’opera.
Faraone: il ponte è necessario, Salvini è dannoso
Attraverso un post sui social, Davide Faraone esprime chiaramente la sua posizione: “Io il Ponte lo voglio. Davvero. Penso che unisca, modernizzi“. Tuttavia, accusa Salvini di aver trasformato il progetto in un “cantiere elettorale” che ha danneggiato non solo la realizzazione del ponte, ma anche la manutenzione delle infrastrutture provinciali e i fondi destinati a ferrovie, scuole e reti idriche. “Ora il Ponte è stato fermato dalla Corte dei Conti. E la premier parla di ‘invasione di campo’ – aggiunge Faraone – ma non è che il solito polverone alzato ad arte per non parlare dei problemi veri degli italiani“.
Secondo il vicepresidente di Italia Viva, a causa delle scelte di Salvini, “non avremo un collegamento tra la Sicilia e la Calabria ma in compenso la rete infrastrutturale subirà dei peggioramenti“. Per Faraone, “il Ponte serve mentre Salvini, come ministro, non serve, è inutile e dannoso“.

La decisione della Corte dei Conti e le reazioni politiche
Il 29 ottobre 2025, la Corte dei Conti ha respinto la delibera Cipess n. 41/2025 sul Ponte sullo Stretto, motivando la decisione con una serie di rilievi tecnici e procedurali ancora in fase di definizione. Tra le questioni sollevate figurano dubbi sulla procedura d’urgenza adottata, coperture economiche, stime di traffico e conformità alle normative ambientali e antisismiche.
Il ministro Salvini ha definito la scelta della Corte un “grave danno per il Paese” e ha confermato l’intenzione del governo di proseguire con il progetto. La premier Giorgia Meloni ha bollato la decisione come un’”invasione di campo” da parte della magistratura contabile, auspicando riforme costituzionali per limitare tali interferenze.
Dall’opposizione, la segretaria del PD Elly Schlein ha criticato duramente Meloni, accusandola di voler mettere il governo “al di sopra delle leggi e della Costituzione“, mentre altre forze politiche hanno sottolineato le evidenti carenze del progetto evidenziate dalla Corte.
L’iter legislativo e politico attorno al Ponte sullo Stretto rimane quindi incerto, con il governo deciso a proseguire nonostante le forti contestazioni e la mancata autorizzazione formale.




