Roma, 24 settembre 2025 – Si è svolta oggi una dura presa di posizione da parte di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, che ha definito l’attacco notturno contro la Flotilla umanitaria nei pressi di Creta come “terrorismo di Stato” da parte del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. Il senatore M5S Marco Croatti si trovava a bordo della nave Morgana, una delle imbarcazioni colpite durante l’episodio.
L’attacco alla Flotilla: un atto indegno secondo Conte
Durante l’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, in collegamento con Croatti, Conte ha sottolineato che a bordo delle imbarcazioni della Flotilla non vi erano armi, ma solo civili impegnati a trasportare generi alimentari verso la Striscia di Gaza. “Questo spaventa Israele, che sembra voler affermare la legge del più forte in un ampio quadrante”, ha dichiarato il leader pentastellato, definendo gli attacchi non un caso isolato ma una strategia sistematica del governo di Netanyahu.
Il presidente del M5S ha poi definito l’episodio “un attacco indegno, inaccettabile”, riferendo di aver avuto aggiornamenti diretti da Croatti sulle condizioni delle imbarcazioni, danneggiate con vele distrutte, evidentemente per sabotare questa missione umanitaria. Conte ha rivolto un appello al governo italiano affinché intervenga con “fatti e azioni ferme e risolute”, non limitandosi a frasi di circostanza, chiedendo in particolare un impegno diretto della premier Giorgia Meloni contro il governo israeliano.
“La società civile rivendica il rispetto dell’umanità”
Il leader del Movimento 5 Stelle ha inoltre fatto riferimento alla mobilitazione pacifica che ieri ha visto scendere in strada in Italia circa 500.000 persone, segno di una società civile che si dimostra più avanti rispetto all’attuale governo nazionale. “La società civile rivendica il rispetto dell’umanità che va oltre la politica e il diritto”, ha affermato Conte, sottolineando che la Flotilla rappresenta più di un semplice trasporto di generi alimentari: è un simbolo politico di chi non vuole girarsi dall’altra parte di fronte al conflitto e alla sofferenza nella regione di Gaza.






