Bruxelles, 8 dicembre 2025 – Il Consiglio dell’Unione europea ha formalmente approvato la revisione del regolamento UE 2024/1348, che riguarda l’applicazione del concetto di paese terzo sicuro per la gestione delle domande di asilo dei migranti. Contestualmente, è stato istituito un elenco ufficiale a livello comunitario dei paesi di origine sicuri, con l’obiettivo di uniformare le procedure di esame delle richieste di protezione internazionale e facilitare i rimpatri.

Migranti e nuove regole sul concetto di paese terzo sicuro
Il principio di paese terzo sicuro consente agli Stati membri di dichiarare irricevibile una domanda di asilo quando il richiedente avrebbe potuto chiedere protezione in un paese terzo ritenuto sicuro. Secondo le modifiche approvate, gli Stati possono applicare questo concetto in tre casi distinti: quando esiste un legame con il paese terzo (anche se questo criterio non è più obbligatorio); se il richiedente ha transitato nel paese terzo prima di arrivare nell’UE; oppure se è in vigore un accordo che garantisce l’esame della domanda di asilo nel paese terzo, con l’esclusione dei minori non accompagnati.
Questa revisione punta a snellire le procedure, alleggerendo la pressione sui sistemi di asilo europei e incentivando la cooperazione con paesi terzi.
Ue, l’elenco dei paesi di origine sicuri
Il Consiglio europeo ha definito una lista di paesi considerati sicuri, per i quali si applicano procedure di esame accelerate delle richieste di protezione internazionale. L’elenco comprende Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. L’inclusione degli stati candidati all’adesione all’Ue è subordinata all’assenza di conflitti armati, restrizioni alle libertà fondamentali o a un tasso elevato di decisioni positive in materia di protezione internazionale da parte degli Stati membri.
Questa lista permette di istituire un sistema speciale per l’esame delle domande provenienti da queste aree, accelerando i tempi e favorendo rimpatri più efficaci.
Posizioni divergenti e prossimi passi
Nonostante la maggioranza qualificata raggiunta, alcuni Paesi come Spagna, Grecia, Francia e Portogallo si sono espressi contrari alla proposta, sollevando preoccupazioni sul rispetto dei diritti dei migranti e sull’efficacia pratica delle nuove norme.
Attualmente, sotto la presidenza danese del Consiglio dell’Ue, si avviano i negoziati con il Parlamento europeo per finalizzare il testo legislativo definitivo. L’obiettivo è consolidare un quadro giuridico più coerente e condiviso per affrontare le sfide migratorie, nel rispetto delle competenze degli Stati membri e della normativa internazionale sui diritti umani.
Il Consiglio dell’Unione europea, organo legislativo composto dai ministri dei governi nazionali, gioca un ruolo cruciale nella definizione delle politiche migratorie comunitarie. Basato a Bruxelles, il Consiglio esercita congiuntamente al Parlamento europeo la funzione legislativa e coordina le politiche estere e di sicurezza, inclusa la cooperazione con i paesi terzi sul tema dell’asilo.
La recente decisione segna un passo significativo nel percorso di attuazione del Patto sull’asilo e la migrazione, che mira a un sistema europeo più efficace e solidale nella gestione dei flussi migratori.






