Roma, Bruxelles, 2 dicembre 2025 – È un momento di forte tensione negli ambienti diplomatici e istituzionali europei dopo il fermo di Stefano Sannino, diplomatico italiano di lunga esperienza, coinvolto in un’inchiesta della Procura europea (Eppo) per presunta frode e corruzione nell’ambito di appalti pubblici relativi al Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) e al Collegio d’Europa di Bruges. Al suo fianco è stata fermata anche Federica Mogherini, ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e attuale rettrice del Collegio d’Europa, mentre un terzo fermato è Cesare Zegretti, funzionario italo-belga del prestigioso istituto.

La carriera di Stefano Sannino tra diplomazia italiana ed europea
Classe 1959, nato a Portici, Stefano Sannino vanta una carriera diplomatica che si è sviluppata tra Roma, Bruxelles e Madrid, con una profonda esperienza nelle istituzioni europee. Entrato in servizio nel 1986, ha iniziato la sua attività all’estero come vice capo missione presso l’ambasciata italiana a Belgrado nel 1994. Successivamente ha lavorato a Palazzo Chigi, con ruoli di rilievo nei governi Prodi e Letta, sviluppando competenze nel commercio internazionale e nelle relazioni esterne.
Dal 2002 ha ricoperto diversi incarichi presso la Commissione europea e il Servizio europeo per l’azione esterna, arrivando a diventare nel 2013 Rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea, gestendo momenti delicati come la crisi migratoria e le relazioni con Bruxelles sotto la guida di Federica Mogherini, allora Alto rappresentante Ue.
Dopo un periodo come ambasciatore italiano in Spagna (2016-2020), dove si è distinto anche per iniziative a sostegno dei diritti LGBTQ+, Sannino è stato richiamato a Bruxelles nel 2021 come segretario generale del Seae, ruolo chiave nella diplomazia europea. Nel 2025 ha assunto la direzione generale per il Medio Oriente, Nord Africa e il Golfo presso la Commissione europea.
Il fermo di oggi rappresenta un duro colpo per un diplomatico che, fino a pochi mesi fa, godeva di stima e riconoscimenti nelle istituzioni comunitarie.
L’inchiesta sulla frode negli appalti del Seae e il Collegio d’Europa
Secondo quanto emerso, l’indagine della Procura europea e della magistratura belga riguarda un presunto caso di frode e corruzione relativo all’assegnazione di un programma di formazione finanziato con circa 990 mila euro dall’Unione europea, affidato al Collegio d’Europa di Bruges. Il bando, gestito dal Servizio europeo per l’azione esterna, avrebbe favorito il prestigioso istituto accademico attraverso informazioni riservate sui criteri di selezione, violando così i principi di concorrenza leale sanciti dal regolamento finanziario federale belga.
La Procura ha contestato ai fermati reati quali turbativa d’asta, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale, riferendosi a fatti avvenuti durante il periodo 2021-2024, ovvero durante la precedente gestione del Seae, sotto la guida dell’Alto rappresentante Josep Borrell.
Per procedere con i fermi, la Procura ha ottenuto dalla Commissione europea la revoca dell’immunità diplomatica di Sannino, attualmente direttore generale della Direzione generale per il Medio Oriente, Nord Africa e il Golfo.
Oltre ai fermi, la polizia federale belga ha effettuato perquisizioni nelle sedi del Seae a Bruxelles e negli uffici del Collegio d’Europa a Bruges, nonché nelle abitazioni degli indagati.
La portavoce della Commissione europea, Paula Pinho, si è limitata a dichiarare che non si commenterà mentre l’inchiesta è in corso, mentre il Collegio d’Europa ha espresso la propria piena disponibilità a collaborare con le autorità per garantire trasparenza e rispetto del processo investigativo.
Un incarico strategico per l’Italia nella politica europea mediterranea
Nonostante le difficoltà attuali, il ruolo di Stefano Sannino alla guida della nuova Direzione generale per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo (DG MENA) rappresenta un asset importante per le politiche europee in una regione di cruciale importanza strategica. La DG MENA, istituita nel 2024 sotto la guida della Commissaria Dubravka Šuica, è stata pensata per rafforzare i partenariati dell’Unione europea con i paesi rivieraschi del Mediterraneo e del Golfo, con un focus particolare su sviluppo sostenibile, sicurezza energetica e cooperazione economica.
In quest’ottica, la presenza di un italiano a capo di questa direzione generale si integra con le iniziative nazionali come il Piano Mattei, progetto del governo italiano volto a promuovere la cooperazione con i paesi africani, in particolare nel settore delle energie rinnovabili e delle infrastrutture verdi.
Nonostante ciò, la nomina di Sannino è arrivata in un contesto politico segnato dalla mancata attribuzione all’Italia del ruolo di Commissario europeo per il Mediterraneo, assegnato invece alla croata Šuica, decisione che ha suscitato qualche dibattito nel panorama politico italiano.
Il recente cambio al vertice del Seae, con la destituzione di Sannino da parte dell’Alto rappresentante Kaja Kallas a fine 2024, ha lasciato aperti molti interrogativi sul futuro del diplomatico italiano, ora impegnato in un incarico altrettanto strategico ma diverso.
La vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, insieme a Mogherini e Zegretti, apre un capitolo delicato per la credibilità e la trasparenza delle istituzioni europee, soprattutto in un settore cruciale come la formazione dei futuri diplomatici e la gestione dei fondi comunitari.
L’inchiesta prosegue nel tentativo di fare piena luce su presunte irregolarità che potrebbero minare la fiducia nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici europei, un tema di grande rilievo per la governance dell’Unione.






