Sul palco di Atreju, la storica manifestazione politica di Fratelli d’Italia che si svolge nei Giardini di Castel Sant’Angelo, la presidente del Consiglio e leader di FdI, Giorgia Meloni, ha pronunciato un lungo intervento di 65 minuti, chiudendo così la kermesse con un discorso ricco di attacchi agli avversari politici e di rilanci sul futuro del governo e della coalizione di centrodestra.
Meloni ad Atreju: “Non accadrà la degenerazione del dibattito, siamo uniti e forti”
Nel suo discorso, Meloni ha espresso la convinzione che non si assisterà alla degenerazione del confronto tra i partiti della maggioranza, come invece auspicato da alcuni. “Molti sperano che il dibattito tra i partiti della maggioranza finisca per degenerare per mandarci a casa. Però qualcosa mi dice che non accadrà, come non è accaduto tutto quello che la sinistra ha preconizzato in questi anni”, ha detto la premier, sottolineando l’unità e la determinazione della coalizione di centrodestra. “Sono orgogliosa dei miei alleati e di quello che stiamo facendo insieme. Continueremo così per molto tempo ancora”, ha aggiunto.
Meloni ha inoltre ringraziato i giovani organizzatori di Atreju e ha risposto a chi sostiene che sia “sola”, invitando a “guardarsi intorno”, mentre ha commentato sarcasticamente le critiche della sinistra, definendole “macumbe” che si ritorcono contro chi le fa.
Attacchi agli avversari e rilanci sul governo
Nel corso del suo intervento, la premier ha criticato apertamente oppositori come Elly Schlein, Maurizio Landini, Romano Prodi e lo scrittore Roberto Saviano, definito “guru dell’antimafia”. Ha ironizzato sul cosiddetto “campo largo” delle opposizioni, sostenendo che sia stato proprio il centrodestra a riunirlo, “mentre chi dovrebbe federarli non si è presentata”.
Sul fronte delle politiche di governo, Meloni ha rivendicato risultati come la creazione di un milione di posti di lavoro e ha confermato il sostegno del suo partito al premier polacco Mateusz Morawiecki nel Partito dei Conservatori Europei, annunciando le proprie dimissioni dalla presidenza del gruppo.
Meloni: “Il Mezzogiorno è la locomotiva d’Italia”
Meloni ha rivendicato i risultati ottenuti dal governo, attaccando duramente le opposizioni e ribadendo la linea dell’esecutivo su economia, Europa, lavoro e immigrazione. Sul Mezzogiorno, la premier ha sostenuto che per anni sia rimasto fermo a causa di proposte inefficaci e scollegate dalla realtà: «Quando l’unica risposta era sventolare idee ridicole, trattando i cittadini come ingenui, il Sud restava al palo. Oggi, invece, è la locomotiva d’Italia grazie a una strategia completamente diversa», ha affermato.
“L’Europa non è al tramonto”
Meloni ha poi respinto le narrazioni pessimistiche sul futuro dell’Unione europea, definendo l’Europa «una civiltà viva, non al tramonto», che ha ancora una missione storica e che non ha bisogno di legittimarsi attraverso le istituzioni che la governano. Sul piano politico, ha annunciato il lavoro del governo e degli alleati per costruire, anche in sede europea, maggioranze alternative a quelle che negli ultimi anni avrebbero imposto «scelte deliranti».
Meloni: “La sinistra rosica per la cucina italiana patrimonio Unesco”
Non sono mancati attacchi alla sinistra, accusata di non aver saputo valorizzare nemmeno il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio Unesco. «Non sono riusciti nemmeno a gioire, hanno rosicato. È una settimana che mangiano dal kebabaro», ha ironizzato. Sul fronte del lavoro, Meloni ha parlato di un «totale fallimento» dello sciopero generale di venerdì, sostenendo che persino molti iscritti alla Cgil avrebbero preso atto dei dati positivi sull’occupazione, con il tasso di disoccupazione ai minimi da decenni.
La difesa dei centri in Albania
Ampio spazio anche al tema migratorio. La premier ha difeso il progetto dei centri in Albania, affermando che l’Unione europea sta lavorando a un regolamento sui Paesi sicuri per evitare che le decisioni politiche vengano bloccate da «sentenze ideologiche». «Mi diverte immaginare cosa diranno ora i giudici, visto che la nuova lista europea include esattamente i Paesi da cui provengono i migranti che le loro decisioni hanno fermato», ha dichiarato, sostenendo che i centri funzioneranno, seppur «con un anno e mezzo di ritardo». Quanto alle accuse di possibile danno erariale, Meloni ha riconosciuto che il tema esiste, ma ha escluso responsabilità del governo, ribadendo che l’esecutivo non si farà fermare «costi quel che costi».
Meloni: “Greta attacca il governo? Allora siamo dalla parte giusta della storia”
La presidente del Consiglio ha poi commentato le recenti critiche di Greta Thunberg all’esecutivo, liquidandole con una battuta: «Se Greta attacca il governo, vuol dire che siamo ancora dalla parte giusta della storia».
Meloni sul referendum: “Fate vincere il sì per evitare altre vergogne come quella di Garlasco”
Meloni ha rilanciato con forza l’appello a favore del referendum sulla riforma della giustizia, invitando gli italiani a confermare quella che ha definito una “riforma storica”. La premier ha esortato a votare non per sostenere il governo, ma per il futuro del Paese, sottolineando come le leggi incidano in modo duraturo sulla vita dei cittadini. “Votate per voi stessi e per i vostri figli”, ha detto, aggiungendo che il suo auspicio è evitare in futuro “vergogne come quella di Garlasco”.
Meloni ha poi chiarito che l’esito del referendum non metterà in discussione la tenuta dell’esecutivo, ribadendo che il governo resterà in carica fino al termine della legislatura. “Fregatevene di me”, ha affermato, spiegando che i governi passano, mentre le norme restano e continuano a produrre effetti concreti, in particolare sulla separazione delle carriere dei magistrati prevista dalla riforma.
Necessaria un’azione decisa contro i “maranza”
Nel corso del discorso, la presidente del Consiglio ha anche toccato il tema della sicurezza, promettendo un’azione ancora più decisa contro il fenomeno dei cosiddetti “maranza”. Secondo Meloni, chi alimenta odio e violenza non deve più godere di alcuna forma di impunità e l’Italia, ha detto, “non è più la repubblica delle banane che piaceva tanto alla sinistra”.
Le critiche di Meloni alle parole di Francesca Albanese
Spazio anche alla polemica sulla libertà di stampa. La premier ha espresso solidarietà ai giornalisti de La Stampa, sia per l’assalto subito sia per le parole pronunciate da Francesca Albanese, definite «vergognose». Meloni ha criticato il silenzio della sinistra sulla vicenda, sostenendo che dimostrerebbe un problema di fondo nel rapporto con il concetto di libertà.
“I figli non sono dello Stato”
La premier ha rivendicato con orgoglio le norme a tutela del ruolo dei genitori nell’educazione dei figli, in particolare sul consenso informato per l’educazione sessuale nelle scuole. “I figli non sono dello Stato né dell’ideologia, ma delle mamme e dei papà”, ha dichiarato, sottolineando che lo Stato non può sostituirsi alla famiglia su temi così delicati e che chi pretende di farlo “dimentica i propri limiti”.
Meloni: “Non abbiamo nostalgia dell’Unione Sovietica”
Meloni ha ribadito la linea del governo sul sostegno all’Ucraina, sottolineando come l’Italia sia schierata “fin dal primo giorno” al fianco di Kiev nella guerra contro quella che ha definito una forma di neo-imperialismo russo di matrice sovietica. Intervenendo in chiusura di Atreju, Meloni ha affermato che in Europa non esiste alcuna nostalgia per l’Unione Sovietica, ricordando il ruolo che ebbe nel dominare e opprimere parte del continente per decenni. Per questo, ha spiegato, il sostegno all’Ucraina proseguirà non solo per una questione di giustizia, ma anche per tutelare l’interesse nazionale e la sicurezza dell’Italia.
Le parole contro il fondamentalismo islamico
Nel suo intervento, la premier ha poi toccato il tema della sicurezza e del fondamentalismo islamico, richiamando i recenti incontri avuti con i leader dei Paesi del Golfo in occasione del Consiglio di cooperazione regionale. Meloni ha riferito di aver affrontato con loro anche il problema del proselitismo fondamentalista in Europa, ribadendo che chi sceglie di vivere in un altro Paese deve rispettarne leggi, tradizioni e costumi.
La presidente del Consiglio ha rivendicato una posizione di fermezza nella difesa dell’identità nazionale, sottolineando di non essere disposta a “coprire la propria identità con il velo”. In questo quadro, ha ricordato l’iniziativa legislativa presentata da Fratelli d’Italia per vietare il velo integrale e rafforzare il contrasto al fondamentalismo islamico in Italia, presentandola come parte di una strategia più ampia di tutela dei valori e della sicurezza del Paese.






