Il presidente ANM Parodi ribadisce l’assenza di errori dei magistrati romani nel caso Almasri; attesa la decisione del Tribunale dei Ministri sulle eventuali irregolarità.
Roma, 12 luglio 2025 – Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Parodi, è tornato a parlare del caso Almasri, sottolineando come ormai non si discuta più di responsabilità o errori imputabili ai magistrati della Corte di Appello di Roma. La vicenda, che ha suscitato un acceso dibattito mediatico e politico, continua a essere seguita con attenzione nelle sedi giudiziarie competenti.
Nessuna responsabilità per la Corte di Appello di Roma
Nel corso di una recente dichiarazione rilasciata a margine della riunione del Comitato Direttivo dell’ANM, Parodi ha evidenziato che, nonostante le numerose critiche iniziali rivolte all’operato dei magistrati romani, oggi non si parla più di errori o responsabilità a loro carico. “Non conosco le carte, ma rilevo con soddisfazione che non ci sono responsabilità che evidentemente non c’erano e non avevano fondamento”, ha affermato.
Parodi ha inoltre segnalato come alcune notizie apparse sui giornali contenessero incongruenze storiche e ha ricordato che sarà il Tribunale dei Ministri a fornire le risposte definitive sugli sviluppi della vicenda, in particolare riguardo alle indagini su eventuali irregolarità nell’esecuzione dell’arresto e nel rilascio di Osama Elmasri, noto anche come Almasri.
Critiche alla spettacolarizzazione della giustizia
Il numero uno dell’ANM ha anche espresso preoccupazione per la cosiddetta deriva giustizialista che caratterizza molte delle trattazioni mediatiche delle vicende giudiziarie. “C’è un’attenzione smodata, non nuova, sulle vicende giudiziarie che spesso si traduce in una spettacolarizzazione della giustizia e in anticipazioni di giudizi su fatti ancora privi di sentenze di primo grado”, ha dichiarato. Un fenomeno che, secondo Parodi, rischia di delegittimare l’attività della magistratura e di generare interpretazioni errate o strumentali.
Il contesto procedurale e la decisione della Corte di Appello
Il caso Almasri riguarda Osama Elmasri Njeem, cittadino libico accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per fatti avvenuti a Tripoli a partire dal 2015, in particolare per la gestione dei centri di detenzione “Mitiga”. Dopo il suo arresto da parte della polizia giudiziaria italiana su mandato internazionale emesso dalla CPI, la Corte di Appello di Roma ha disposto il rilascio di Almasri il 21 gennaio 2025, motivando la decisione con la “irritualità” dell’arresto, dovuta alla mancata richiesta formale del Ministero della Giustizia, come previsto dalla legge 237/2012 che regola la cooperazione con la CPI.
La Corte ha infatti sottolineato che la procedura di arresto non è stata eseguita secondo il corretto iter normativo e che il ruolo del Ministero della Giustizia nella gestione delle richieste della CPI è centrale. Questo ha portato alla scarcerazione del sospettato, successivamente espulso e rimpatriato in Libia.
L’intera vicenda ha determinato l’apertura di indagini da parte del Tribunale dei Ministri su eventuali responsabilità politiche e giudiziarie, coinvolgendo anche esponenti di governo e alti funzionari, nonché una formale richiesta di chiarimenti e un’indagine della CPI sull’Italia per presunta inadempienza.
Il dibattito rimane aperto e le autorità competenti proseguono negli accertamenti per fare piena luce su tutti gli aspetti della complessa vicenda giudiziaria.
Fonte: Pasquale Luigi Pellicone - Caso Almasri, Parodi: "Non si parla più di Corte di Appello di Roma"




