Ospite della nuova puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli, Andrea Iannone si concentra sulla sua carriera sportiva, a partire dai suoi esordi, passando per gli anni in MotoGP con Ducati e la successiva squalifica per doping dovuta a contaminazione alimentare, che definisce un momento di svolta nella sua vita. Vengono esplorati vari aspetti del mondo delle corse, tra cui il fascino del Mugello, le differenze tra le moto Superbike e MotoGP e l’importanza del ‘feeling’ tra pilota e veicolo. Inoltre, la discussione tocca la sua vasta collezione di motociclette, il suo rapporto con Valentino Rossi e l’Academy VR46, e la sua attuale relazione sentimentale con Elodie, sottolineando come questi elementi abbiano contribuito alla sua rinascita personale e sportiva.
Andrea Iannone, nel corso dell’intervista, ha condiviso riflessioni profonde sulla sua carriera, l’assurdità della squalifica che l’ha colpito, e la sua visione matura sulla vita e sul mondo delle corse, inclusi i rapporti personali e la percezione pubblica.
Andra Iannone: la sua carriera e il ritorno alle corse
Andrea Iannone ha descritto le moto come qualcosa di “speciale” e ha sottolineato come l’Italia sia fortunata ad aver avuto campioni del calibro di Valentino Rossi, che lui definisce “l’eroe della mia generazione“. Originario di Vasto, dove non esiste una cultura motoristica radicata, Iannone ha iniziato a correre con le minimoto grazie alla passione di suo padre. Il passaggio al professionismo è stato segnato da grandi sacrifici familiari, con suo padre che arrivò ad ipotecare la casa per sostenere le spese.
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Iannone ha fatto la sua scalata passando alla 125cc (vincendo la prima gara nel mondiale in Cina), poi in Moto2, dove ha lottato per il campionato per tre anni consecutivi contro piloti come Marc Márquez e Pol Espargaró. Il suo arrivo in MotoGP con Ducati nel 2013 fu un sogno che si realizzava, e i due anni successivi nel team ufficiale Ducati (2015-2016) sono stati, a suo dire, i più belli della sua carriera. La sua prima vittoria in MotoGP in Austria (2016) è stata memorabile, ottenuta andando contro i consigli di team e Michelin sull’uso della gomma morbida, una strategia vincente che ha dimostrato la sua determinazione. Ammette, tuttavia, che lasciare Ducati è stato “l’errore più grande della della mia carriera“.
Dopo quattro anni lontano dalle competizioni, Iannone è tornato a correre in Superbike (WSBK). Ha raccontato di non aver mai smesso di allenarsi fisicamente in quel periodo. Il suo rientro è stato significativo: sei podi e una vittoria nell’anno successivo, con un podio già alla prima gara.

MotoGP e Superbike: le differenze
Iannone ha chiarito la differenza tra le due categorie. La MotoGP è un prototipo che non esiste in natura, mentre la Superbike deriva da una moto di produzione, elaborata per le corse. La Superbike è più vicina all’appassionato.
Le moderne MotoGP sono diventate estremamente impegnative fisicamente, principalmente a causa dell’aerodinamica avanzata, che le rende pesantissime nei cambi di direzione e in frenata, dove “ti spezza le braccia“. Le fasi di frenata e accelerazione richiedono uno sforzo tale che si sta in apnea per 3-4 secondi. Ritiene che, oggi, la moto abbia un ruolo fondamentale nei risultati, stimando un rapporto 60/40 (moto/pilota) o 70/30.
La squalifica e la filosofia di vita
L’evento che ha cambiato la sua vita è stata la squalifica di quattro anni. La Federazione aveva inizialmente riconosciuto la contaminazione alimentare e la negligenza, sanzionandolo con 18 mesi, ma la WADA ha fatto appello, portando la condanna a quattro anni. Iannone ha spiegato che la contaminazione riguardava un nanomilligrammo di sostanza che non offriva alcun vantaggio sportivo, anzi, alcune sostanze doping potrebbero essere svantaggiose nel motociclismo.
Nonostante la frustrazione per la perdita della carriera nel suo “Prime“, Iannone ha affrontato la situazione con filosofia. Ha imparato che non bisogna opporsi alle cose assurde che succedono nella vita. Questo periodo lo ha portato a crescere, viaggiare e conoscere nuovi mondi. Ora considera di avere un vantaggio di “4 anni meno” a livello fisico sportivo.
Andrea Iannone e l’amicizia con Valentino Rossi e ritorno in MotoGP
Andrea Iannone ha un rapporto molto stretto con Valentino Rossi. Ha conosciuto Vale nel 2009 e la loro amicizia si è consolidata, portandolo a frequentare il Ranch e l’Academy VR46, da cui ha appreso molto. Ha descritto Vale come un leader e una figura carismatica, l’eroe della sua generazione.
Un momento significativo è stato quando Rossi lo ha chiamato per chiedergli di correre in Malesia con la MotoGP del suo team (VR46), a seguito dell’infortunio di Di Giannantonio. Iannone ha accettato immediatamente, definendo Vale l’unico “folle” che avrebbe potuto chiederlo a lui dopo cinque anni senza guidare una MotoGP. Il ritorno nel paddock della MotoGP è stato un momento di grande emozione, dove ha sentito “un grandissimo affetto da parte di tutti“.

La Relazione con Elodie e il giudizio pubblico
Andrea Iannone ha conosciuto la sua compagna Elodie nel momento in cui era fermo per la squalifica. Si sono incontrati in Puglia al compleanno di un amico comune e l’attrazione è stata immediata.
Elodie è stata per lui “alba” che ha portato la luce in un momento molto complesso della sua vita. Lui le riconosce una “energia, una magia, un’aura” che la rende adorabile a tutti. Il loro rapporto è basato su un supporto reciproco sconfinato. Nonostante siano una coppia molto esposta, Iannone afferma di avere una “corazza” e che le speculazioni esterne non possono intaccare la loro relazione. La sua canzone preferita di lei è “Vertigine“.

Riguardo al giudizio del pubblico e dei media, Iannone ha spesso lamentato di essere descritto dai giornali non di settore in modo distorto (“sborone, lo sbruffone“). Tuttavia, non si cura molto del parere esterno. Il suo obiettivo primario è essere una buona persona e non fare del male agli altri. Ha anche criticato la violazione della privacy causata dai media e dai fan che filmano di nascosto nei ristoranti.
Iannone ora è concentrato a trovare un progetto in Superbike che gli permetta di lottare per le prime cinque posizioni, non volendo più accettare compromessi, dato che non è più un pilota che deve crescere. Vede ancora 3-4 anni di carriera ad alti livelli. Conclude affermando che, crescendo, ha capito che la vita impone di essere realisti e che il tempo è la cosa più importante che abbiamo.






