Scattare una bella foto con lo smartphone oggi non è più una questione di hardware, ma di competenze. I moderni telefoni hanno sensori e obiettivi sempre più sofisticati, ma il risultato finale dipende quasi sempre da come vengono utilizzati. Conoscere alcune regole tecniche fondamentali consente di trasformare uno scatto ordinario in un’immagine di livello decisamente superiore, sia in fase di ripresa sia durante la successiva elaborazione.
Foto con lo smartphone: i vantaggi della modalità Pro
Molti smartphone mettono a disposizione la modalità Pro, detta anche manuale, che consente di intervenire direttamente sui principali parametri fotografici. Utilizzarla significa smettere di affidarsi al semplice automatismo del “punta e scatta” e iniziare a ragionare come un fotografo vero.
Attraverso questa funzione è possibile regolare la sensibilità ISO, la velocità dell’otturatore e, nei modelli che lo consentono, anche l’apertura del diaframma. Mantenere l’ISO basso, idealmente intorno a 100, permette di ridurre il rumore digitale, mentre la velocità dell’otturatore va scelta in base al soggetto: tempi rapidi per il movimento, esposizioni più lunghe per scene notturne o per l’astrofotografia, a patto di utilizzare un supporto stabile come un treppiede.
L’apertura del diaframma, dove disponibile, consente di gestire la profondità di campo: valori molto aperti producono il classico sfondo sfocato nei ritratti, mentre aperture chiuse sono ideali per paesaggi e scene in cui tutto deve risultare nitido.
Evitare lo zoom digitale quando si scattano foto con lo smartphone
Lo zoom digitale è uno degli errori più comuni. A differenza di quello ottico, non avvicina realmente il soggetto, ma ingrandisce artificialmente una porzione dell’immagine, riducendo risoluzione e dettaglio. Il risultato è una foto meno nitida, con perdita di definizione e comparsa dell’effetto “sgranato”.

Quando possibile è sempre meglio sfruttare le diverse fotocamere ottiche dello smartphone oppure avvicinarsi fisicamente al soggetto, ottenendo immagini più pulite e anche una composizione più interessante.
Zoom ottico e zoom digitale: come riconoscerli
Gli smartphone moderni integrano più fotocamere con diverse lunghezze focali, indicate spesso con valori come 2x o 5x. Quando si utilizza una di queste fotocamere dedicate, si parla di vero zoom ottico.
Diverso è il caso degli ingrandimenti intermedi, dove il telefono ricorre al software per interpolare i pixel, producendo inevitabilmente immagini meno definite. Anche il miglior algoritmo non può sostituire una lente reale: per questo avvicinarsi fisicamente al soggetto resta sempre la soluzione più efficace.
I vantaggi del formato RAW
Scattare in RAW consente di registrare tutte le informazioni catturate dal sensore senza compressione né interventi automatici del software. Questo formato conserva una gamma dinamica più ampia e una profondità colore superiore rispetto al JPEG, permettendo in post-produzione di recuperare dettagli nelle ombre, nelle alte luci e di correggere esposizione, contrasto e bilanciamento del bianco senza degradare la qualità.
I file RAW sono più pesanti e richiedono maggiore spazio di archiviazione, ma offrono un controllo creativo incomparabile, soprattutto per chi utilizza app di editing avanzate.
L’importanza di pulire le lenti
Le lenti dello smartphone sono piccole e costantemente esposte al contatto con le dita, al grasso della pelle e alla polvere. Anche una minima patina può compromettere la qualità dello scatto, rendendo l’immagine meno nitida e più “morbida”.
Prima di fotografare è buona norma pulire sempre le lenti, anche con mezzi di fortuna, purché con attenzione: meglio un fazzoletto pulito o un panno morbido, evitando tessuti ruvidi come il jeans. Se si è in casa, il metodo migliore resta un panno in microfibra con detergente specifico non alcolico. È importante anche controllare periodicamente le custodie protettive, che spesso accumulano sporcizia attorno agli obiettivi.
La regola dei terzi vale anche quando si scattano foto con lo smartphone
Anche con lo smartphone vale una delle regole fondamentali della fotografia: la regola dei terzi. Dividendo idealmente l’inquadratura in nove parti uguali, si individuano quattro punti di forza in cui posizionare i soggetti principali per ottenere una composizione più equilibrata e naturale.
Quasi tutti i telefoni permettono di visualizzare questa griglia direttamente sullo schermo, offrendo una guida pratica che non viene impressa nella foto finale ma aiuta enormemente a migliorare la resa delle immagini.
HDR: quando aiuta e quando no
La funzione HDR serve a bilanciare le zone chiare e scure della scena, evitando cieli “bruciati” o soggetti troppo in ombra. In molte situazioni è estremamente utile, soprattutto nei paesaggi, ma se applicata in modo eccessivo può rendere la foto artificiale, con perdita di contrasto e tridimensionalità.
Conviene quindi valutare caso per caso, tenendo conto delle capacità specifiche del proprio smartphone.
Gestire manualmente l’esposizione
Quando l’HDR non è sufficiente, entra in gioco il controllo manuale dell’esposizione. Toccando lo schermo sul punto desiderato, il telefono ricalcola luce e messa a fuoco in base a quell’area. Molti modelli consentono inoltre di affinare l’esposizione tramite un cursore verticale e di bloccare esposizione e fuoco con la funzione AE/AF Lock, mantenendo costanti i parametri anche cambiando inquadratura.
Questa tecnica è particolarmente utile nei ritratti e nelle scene complesse, dove il soggetto principale deve restare correttamente illuminato anche in presenza di sfondi molto luminosi.
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