Lo sguardo sullo schermo che si allunga, le app che si impuntano, una temperatura che sale senza motivo: basta un paio di giorni per accorgersi che lo smartphone non è più quello di prima. Per molti è impensabile spegnerlo anche solo per qualche minuto, eppure l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti consiglia di riavviare o spegnere il telefono almeno una volta a settimana. Non è solo una pratica tecnica: è una forma di igiene digitale che interrompe flussi continui di dati, libera risorse e può ridurre rischi per la privacy. Chi lavora con dati sensibili o chi vive in grandi città lo nota spesso: piccoli accorgimenti cambiano l’esperienza quotidiana. Un gesto semplice che richiede pochi minuti, ma che mette in ordine processi e connessioni che altrimenti restano attivi per giorni.
Perché spegnere aiuta la sicurezza
Tenere il telefono acceso senza interruzioni significa lasciare aperte molte porte virtuali. Tra queste ci sono le vulnerabilità non ancora note ai produttori, spesso chiamate zero-day, che possono essere sfruttate mentre il dispositivo è connesso. Spegnendo o riavviando il telefono si interrompono automaticamente molte di queste connessioni attive: i processi sospetti si fermano, le sessioni temporanee si azzerano e diventa più difficile che dati sensibili escano senza controllo.
La procedura non sostituisce gli aggiornamenti, ma li rende più efficaci: un sistema riavviato applica patch e corregge errori che resterebbero parzialmente inattivi se il dispositivo non viene riavviato. Per questo l’NSA include il riavvio regolare tra le pratiche raccomandate per una maggiore sicurezza operativa. In Italia come altrove, utenti e amministratori di sistema raccontano che un semplice riavvio risolve anomalie che, altrimenti, richiederebbero interventi tecnici più complessi.
Un dettaglio che molti sottovalutano: lasciare attivi Bluetooth e Wi‑Fi in modalità visibile significa offrire potenziali punti di accesso. Disattivare il Bluetooth e il Wi‑Fi quando non servono, evitare reti pubbliche non protette e cancellare quelle inutilizzate sono misure pratiche che, insieme al riavvio settimanale, riducono sensibilmente l’esposizione alle minacce.

Prestazioni, privacy e come farlo senza problemi
Spegnere il telefono non migliora solo la sicurezza: è anche un modo semplice per riportare il dispositivo a prestazioni più fluide. Le app che restano in background accumulano processi e consumano memoria RAM, mentre cache e servizi attivi possono rallentare l’interfaccia. Un riavvio chiude questi processi, libera RAM e favorisce una reattività migliore, con benefici tangibili nella navigazione e nell’apertura delle app. Per chi usa il telefono per lavoro, è una misura gratuita che prolunga la vita utile del dispositivo.
I produttori offrono modalità diverse per spegnere o programmare il riavvio. Su molti Android basta tenere premuto il tasto di accensione e selezionare “Spegni”; alcuni modelli richiedono anche il tasto volume. Sugli iPhone più recenti si premono il tasto laterale e uno dei tasti volume per visualizzare il cursore, mentre sui modelli precedenti si tiene premuto il tasto di accensione. Molti dispositivi permettono di impostare uno spegnimento o un riavvio automatico dalle impostazioni per scegliere giorno e ora più comodi.
Accanto al riavvio, restano valide altre precauzioni: installare app solo dagli store ufficiali, mantenere aggiornati sistema e app, coprire fotocamera e microfono quando non servono e usare un blocco con PIN o dati biometrici. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la frequenza di reti aperte e dispositivi nelle vicinanze: riavviare e limitare le connessioni attive taglia molte possibilità di accesso indesiderato. Alla fine, pochi minuti di pausa per il telefono si traducono in un dispositivo più sicuro, più veloce e meno soggetto a comportamenti anomali.






