La storia del “Mellon Blue”, il raro diamante da 9,51 carati che a Ginevra supera i 25 milioni di dollari
Il fascino dei diamanti blu continua a esercitare un magnetismo particolare sul mercato internazionale e a riscrivere, quasi ogni anno, i confini delle valutazioni delle pietre più rare. A Ginevra, davanti agli occhi attenti di collezionisti e curatori, il celebre “Mellon Blue” è stato nuovamente battuto all’asta raggiungendo una cifra che conferma quanto questi esemplari unici rappresentino un vero patrimonio culturale, oltre che economico. Christie’s ha segnato così un altro capitolo della lunga storia di una gemma che, già in passato, aveva tracciato record mondiali e che oggi torna a far parlare per il suo valore, la sua provenienza e la sua straordinaria purezza.
La nuova vita del Mellon Blue e il suo viaggio attraverso collezioni, aste e record internazionali
La recente vendita del “Mellon Blue” ha riacceso l’interesse globale per le pietre colorate più rare, quelle che uniscono una struttura cristallina quasi perfetta a una saturazione del colore così stabile da diventare riconoscibile anche a distanza. Il diamante è stato stimato tra i 20 e i 30 milioni di dollari, e la sua aggiudicazione finale, pari a 25.592.269 dollari, rappresenta una conferma del trend che negli ultimi anni vede le gemme blu sempre più ricercate. Christie’s ha raccontato come la gara si sia svolta in un clima di grande riservatezza, tipico delle aste di alto profilo, dove pochi rilanci sono sufficienti a determinare differenze milionarie e dove ogni gesto della sala viene interpretato come un segnale decisivo.
Il diamante era noto in precedenza come “Zoe Diamond”, nome con cui raggiunse nel 2014 una cifra superiore ai 32 milioni di dollari durante una vendita organizzata da Sotheby’s a New York. All’epoca stabilì il record mondiale sia per il prezzo al carato sia per la categoria dei diamanti blu vivid, una definizione che certifica il massimo livello di intensità del colore. Nel corso degli anni la pietra ha mantenuto inalterate le sue caratteristiche, e questo ha contribuito a preservarne il valore, un aspetto fondamentale nel mercato delle gemme da collezione, dove la stabilità della qualità incide tanto quanto la storia del proprietario.
Il nome attuale è legato alla figura di Rachel Lambert Mellon, conosciuta come “Bunny Mellon”, personalità americana distintasi per una vita dedicata all’arte, al collezionismo e al design paesaggistico. Per decenni il diamante è rimasto all’interno delle sue collezioni private, custodito come un oggetto di grande valore affettivo oltre che estetico. La sua decisione di montarlo come pendente e non come anello, come avviene oggi, racconta qualcosa del modo con cui sceglieva di relazionarsi agli oggetti preziosi: non come simboli di ostentazione, ma come elementi in un dialogo armonico tra gusto, forma e luce.

La figura di Bunny Mellon e il ruolo culturale del diamante blu nel mondo dell’arte e del collezionismo
Per comprendere il peso della vendita odierna non basta osservare la cifra finale: bisogna considerare la storia che accompagna il “Mellon Blue”, una storia in cui si intrecciano una delle figure più influenti dell’estetica americana del Novecento e un mercato in continua trasformazione. Bunny Mellon, nata nel 1910 e scomparsa nel 2014, rappresenta un esempio di come il collezionismo privato possa incidere sul destino di opere e oggetti che, col tempo, assumono valore museale. La sua fama è legata soprattutto alla riprogettazione del Roseto della Casa Bianca nel 1961, incarico affidatole dal presidente John F. Kennedy, che ne apprezzava l’eleganza e la visione paesaggistica.
Il fatto che una pietra come il Mellon Blue sia appartenuta a lei ha rafforzato il valore simbolico dell’asta. Collezionisti e investitori interpretano la provenienza come un elemento capace di aggiungere una dimensione narrativa, ed è proprio questa trama biografica a rendere un oggetto prezioso qualcosa di più ampio, quasi un ponte tra epoche diverse. L’asta di Ginevra ha mostrato inoltre come il mercato delle pietre colorate sia ormai entrato in una fase nuova, dove l’interesse non riguarda solo la bellezza della gemma, ma tutto ciò che essa racconta: passaggi di proprietà, esposizioni, certificazioni, momenti storici.
Non sorprende che tra i riferimenti citati durante la conferenza stampa sia stato ricordato l’“Oppenheimer Blue”, un diamante da 14,62 carati venduto nel 2016 per 57,5 milioni di dollari, cifra che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento difficile da superare. Quel record evidenzia come i diamanti blu rappresentino la punta estrema del collezionismo internazionale, con valori che sfidano le oscillazioni economiche globali e che spesso si consolidano come investimenti rari e stabili. La vendita del Mellon Blue si aggiunge così a una lunga serie di eventi che segnano lo stato di salute di un mercato in continua crescita, pronto a sorprendere ancora.






