Nonostante i progressi tecnologici nel settore automobilistico e le indicazioni sempre più chiare dei produttori, molti automobilisti continuano a riempire il radiatore dell’auto con semplice acqua. È una pratica che affonda le radici nel passato, quando i motori erano più semplici e le esigenze tecniche meno stringenti. Oggi, però, questa scelta apparentemente innocua può trasformarsi in un errore grave, capace di compromettere la salute del motore e generare costi di riparazione molto elevati. Il caso documentato dalla meccanica Itziar Gonzalo ha riportato l’attenzione su un problema spesso sottovalutato, mostrando come anche piccole impurità presenti nell’acqua possano causare danni profondi e duraturi al sistema di raffreddamento. In un’epoca in cui le auto sono sempre più sofisticate, continuare a usare acqua al posto del liquido refrigerante specifico significa esporsi a rischi inutili.

Perché l’acqua nel radiatore non protegge i motori moderni
Il punto centrale del problema è che l’acqua, da sola, non possiede le proprietà necessarie per proteggere i motori di ultima generazione. Se in passato l’uso di acqua distillata poteva rappresentare una soluzione temporanea, oggi questa pratica è inefficace e spesso dannosa. I motori moderni sono realizzati in gran parte con materiali come l’alluminio, scelto per garantire leggerezza ed efficienza, ma particolarmente sensibile ai fenomeni di corrosione. Le temperature di esercizio, che superano frequentemente i 100 gradi, richiedono un fluido capace non solo di raffreddare, ma anche di proteggere le superfici interne del motore.
L’acqua, infatti, tende a evaporare più rapidamente e non contiene additivi anticorrosione. Questo significa che, nel tempo, le parti metalliche del sistema di raffreddamento restano esposte all’ossidazione e alla formazione di ruggine. Il problema non si limita al rischio di surriscaldamento, ma coinvolge l’intero circuito, dalle tubazioni al radiatore, fino ai componenti più delicati del motore. Senza una protezione adeguata, il deterioramento è progressivo e spesso silenzioso, fino a quando il danno diventa evidente e costoso da riparare.
Corrosione, ruggine e riparazioni costose: le conseguenze da evitare
Il caso analizzato dalla meccanica Itziar Gonzalo è emblematico: le tubazioni del sistema di raffreddamento si presentavano completamente intasate e ricoperte di ruggine, una situazione che avrebbe potuto portare a danni ben più gravi se non fosse stata individuata in tempo. La corrosione interna riduce l’efficienza del raffreddamento e aumenta il rischio di surriscaldamenti improvvisi, che possono causare danni strutturali al motore. In alcuni casi, le spese di riparazione arrivano a superare il valore residuo dell’auto, trasformando una scelta “economica” in una perdita significativa.
I liquidi refrigeranti di qualità, soprattutto quelli studiati per i veicoli moderni, sono progettati per resistere alle alte temperature, ridurre l’evaporazione e mantenere costante il livello di protezione all’interno del circuito. Gli additivi specifici impediscono la formazione di depositi e ostruzioni, prolungando la vita del radiatore e dell’intero sistema di raffreddamento. L’intervento effettuato nell’officina di Gonzalo si è risolto con la sostituzione delle tubazioni danneggiate, ma non sempre i danni sono così limitati.
Gli esperti del settore automobilistico concordano su un punto: usare acqua nel radiatore non è più una soluzione accettabile. Scegliere un liquido refrigerante certificato e compatibile con le specifiche del proprio veicolo non è un eccesso di prudenza, ma un investimento nella sicurezza, nell’efficienza e nella longevità dell’auto. Evitare questa vecchia abitudine significa prevenire guasti costosi, ridurre i rischi e garantire al motore condizioni di funzionamento ottimali nel tempo.






