Carrefour sta per dire addio all’Italia. Dopo più di vent’anni di presenza con centinaia di punti vendita, il colosso francese ha deciso di cedere tutte le attività italiane a un gruppo nazionale. Ma la vera sorpresa è un’altra: i supermercati italiani torneranno presto a chiamarsi GS, un marchio storico che molti ricordano con nostalgia. Dietro questa trasformazione c’è un’operazione da un miliardo di euro e una strategia ben precisa: rilanciare la distribuzione alimentare italiana con una nuova identità. Ma perché Carrefour se ne va davvero? E chi sta riportando in auge il nome GS?
Carrefour lascia il mercato italiano
Il gruppo Carrefour ha deciso di uscire dall’Italia per motivi economici: perdite consistenti, concorrenza agguerrita e un mercato difficile da penetrare hanno portato la multinazionale francese a chiudere l’avventura tricolore. Nonostante i tentativi di rilancio, i numeri non hanno mai convinto: margini in calo e costi sempre più alti hanno spinto l’azienda a vendere. A rilevare tutte le attività italiane è stato NewPrinces Group, realtà già attiva nel settore alimentare. La cessione riguarda 1.188 punti vendita, tra ipermercati, supermercati, minimarket e cash & carry, oltre a oltre 18.000 lavoratori coinvolti nella filiera.
Torna il marchio storico GS
A guidare la rinascita è proprio NewPrinces, che ha annunciato il ritorno ufficiale del marchio GS – Supermercati. Un nome che ha fatto la storia della grande distribuzione italiana dagli anni ‘60 fino al 2010, quando fu sostituito dal brand Carrefour. Ora la società ha deciso di recuperare l’identità italiana e rilanciare i punti vendita con una nuova immagine, più moderna e familiare. Il piano prevede investimenti per oltre 200 milioni di euro: saranno ristrutturati molti negozi, aggiornata l’offerta dei freschi e migliorato il servizio delivery.

Nuova strategia e impatto sul lavoro
Carrefour accompagnerà la transizione con un fondo di sostegno da 237 milioni di euro, ma la gestione passerà completamente a NewPrinces, che intende unificare produzione e distribuzione per diventare il secondo operatore del settore alimentare in Italia. L’operazione coinvolge migliaia di lavoratori e ha già attirato l’attenzione dei sindacati, che chiedono tutele occupazionali e un monitoraggio continuo sul piano di rilancio. Il gruppo punta a valorizzare i prodotti italiani, riorganizzare la logistica con oltre 600 mezzi refrigerati e rafforzare la rete commerciale anche nel canale HoReCa.






