Gli assegni dei pensionati hanno già visto piccoli aumenti nel 2025, ma ora cresce l’attesa per il 2026: ecco come stanno davvero le cose e cosa ci si può aspettare nei prossimi mesi.
Gli assegni dei pensionati hanno già visto piccoli aumenti nel 2025, ma ora cresce l’attesa per il 2026: ecco come stanno davvero le cose e cosa ci si può aspettare nei prossimi mesi.
Il tema delle pensioni continua a essere uno dei più seguiti e dibattuti, soprattutto in un Paese come l’Italia dove milioni di famiglie vivono grazie a questi assegni mensili. Con l’arrivo del 2025, gli aumenti sono stati applicati in base alla rivalutazione automatica, garantendo un piccolo ma concreto adeguamento al costo della vita. Aumenti che, se da un lato hanno offerto un po’ di respiro, dall’altro non sono riusciti a bilanciare del tutto l’inflazione e i rincari quotidiani.
Ora che siamo già a settembre, la vera domanda diventa: cosa succederà nel 2026? Mentre i pensionati hanno iniziato a vedere in busta paga gli importi aggiornati di quest’anno, i riflettori si spostano sulle stime per il prossimo anno, con previsioni che parlano di una nuova perequazione, probabilmente più consistente rispetto a quella appena entrata in vigore.
La questione non riguarda solo gli importi: dalle pensioni minime fino a quelle più alte, ogni fascia avrà un trattamento diverso. In più, il 2026 potrebbe portare anche modifiche normative importanti, come l’eventuale congelamento dell’innalzamento dell’età pensionabile e nuove forme di uscita anticipata. Un mix di cambiamenti che renderà il prossimo anno particolarmente rilevante per tutti i pensionati italiani
Gli aumenti effettivi del 2025
Gli incrementi scattati a inizio anno sono stati fissati allo 0,8% di base, ma con il meccanismo a fasce:
Pensioni fino a 4 volte il minimo INPS: +0,8% pieno
Pensioni tra 4 e 5 volte il minimo: +0,72%
Pensioni oltre 5 volte il minimo: +0,6%
Per chi percepisce l’assegno minimo è stato previsto un bonus straordinario del 2,2% aggiuntivo, che ha portato l’aumento complessivo a circa il 3%.
In pratica, la pensione minima mensile è salita a poco più di 616 euro lordi, mentre chi aveva un assegno medio di 1.500 euro ha visto un incremento di circa 12 euro.
Le previsioni per il 2026
Secondo le stime già circolate, l’anno prossimo dovrebbe esserci una nuova rivalutazione, legata all’andamento dell’inflazione 2025.
Lo scenario base parla di un aumento simile al 2025, intorno allo 0,8%.
Le ipotesi più ottimistiche, in caso di inflazione più alta, porterebbero la rivalutazione fino all’1,8%.
Anche nel 2026 resterà valido il sistema a tre fasce (100%, 90%, 75%) che favorisce le pensioni più basse.
Tabella comparativa 2025 vs 2026
| Importo mensile lordo | Aumento 2025 | Proiezione 2026 (0,8%) | Scenario alto (1,8%) |
|---|---|---|---|
| Pensione minima (€603) | +3% (~€616) | +€4,8 (arrivo a €621) | +€10,8 (arrivo a €627) |
| €1.000 | +€8 | +€8 | +€18 |
| €1.500 | +€12 | +€12 | +€27 |
| €2.200 | +€17,6 | +€17,6 | +€39,6 |
| €3.200 | +€23,0 (90%) | +€23 (0,72%) | +€51,8 (1,62%) |
| €4.500 | +€27 (75%) | +€27 (0,6%) | +€60,7 (1,35%) |






