Non è un racconto di paese, né un’idea romantica costruita per i turisti. Esiste davvero, nel cuore dell’Italia centrale, un cammino che segue le antiche rotte dei briganti, uomini in fuga dopo l’Unità d’Italia, rifugiatisi tra i boschi per sottrarsi alla nuova autorità sabauda. Un sentiero lungo 100 km che attraversa altopiani remoti, borghi semivuoti, sentieri in salita e boschi fitti, in una delle zone meno battute e più sorprendenti del nostro Paese.
Si chiama Cammino dei Briganti, e oggi puoi percorrerlo tutto, a piedi, in circa una settimana. Non serve essere esperti alpinisti, ma solo avere voglia di rallentare, osservare, ascoltare. E soprattutto, di camminare in silenzio tra tracce di una storia che nessuno racconta più.
Il percorso si snoda tra Lazio e Abruzzo, in un’area montuosa fatta di valli nascoste, pascoli, casolari abbandonati, dove ancora oggi capita di incontrare pastori, anziani che raccontano leggende, o animali che attraversano i sentieri come se il tempo si fosse fermato. Un viaggio unico, vero, che ti restituisce il senso del camminare lento, e ti riporta dentro una memoria collettiva dimenticata.

Un viaggio a piedi tra storia, natura e silenzio
Chi intraprende questo cammino non cerca selfie o scorci da cartolina: qui si cammina per scoprire, e per ascoltare. Ogni tappa è diversa: si parte da un piccolo borgo e si arriva in un altro ancora più piccolo. Si dorme in strutture essenziali, spesso gestite da famiglie del posto, si mangia pane fatto in casa, formaggio fresco, piatti semplici. Non è turismo organizzato, è un’esperienza autentica.
Il dislivello è lieve, mai eccessivo, e il cammino è adatto anche a chi vuole provare per la prima volta un’esperienza simile. Ogni giorno si percorrono dai 10 ai 20 km, attraversando zone ancora incontaminate, dove la vegetazione cambia a ogni passo e la luce si fa diversa a seconda delle ore.
Il tempo rallenta. I telefoni spesso non prendono. I rumori artificiali spariscono. Restano i suoni del vento, delle foglie, degli animali selvatici, e la sensazione – rara – di essere davvero lontani da tutto.
Dove parte il cammino e cosa ti aspetta lungo il percorso
Il punto di partenza è un borgo abruzzese in provincia dell’Aquila, immerso tra i monti, ma il cammino segue un percorso ad anello che tocca sia il Lazio sia l’Abruzzo. Si attraversano borghi come Santo Stefano, Cartòre, Rosciolo, si passa per altopiani remoti e anche per una zona poco nota dove si nasconde un lago tra le montagne. Alcune tappe sono più impegnative, altre brevi e rilassanti, ma tutte hanno qualcosa da raccontare.
In alcuni tratti potresti camminare per ore senza incontrare nessuno. Ma è proprio lì che il paesaggio parla più forte, con i suoi boschi che si richiudono alle spalle, le vecchie pietre dei casali abbandonati, i muri coperti di muschio, le fontane gelide che appaiono all’improvviso lungo la via.
Chi ha percorso questo cammino racconta di un cambiamento silenzioso che avviene dentro: non sei più un turista, ma un ospite del tempo, e ogni passo ti riporta più vicino a una verità essenziale.

Perché questo cammino è diverso da tutti gli altri
Ci sono tanti cammini in Italia, ma nessuno ha la forza ruvida e sincera del Cammino dei Briganti. Qui non trovi santuari o cattedrali, ma rifugi, borghi che resistono allo spopolamento, campanili che suonano ancora ogni ora anche se la piazza è vuota. Cammini non per cercare un miracolo, ma per riscoprire un’Italia che sta scomparendo, e che ha scelto di sopravvivere con dignità e silenzio.
Ogni giorno di cammino è un capitolo di una storia dimenticata. Non ci sono grandi insegne, né tabelle luminose. Solo piccoli segni, tracce, parole scambiate lungo la strada. E quando arrivi alla fine, non hai solo percorso 100 chilometri: hai attraversato una parte di te che forse non conoscevi.






